#ReadChristie2022 | La serie infernale di Poirot: sulle tracce di un serial killer

Novembre ha sempre quel nonsoché da mese di transizione: si avvicinano lentamente l’inverno, il nuovo anno, la fine della #ReadChristie2022. La penultima tappa della challenge prevedeva la lettura di un libro di Agatha Christie che avesse a che fare coi treni. Il treno è sempre stato il mezzo di trasporto preferito dalla scrittrice, e proprio a un treno è dedicato uno dei suoi romanzi più famosi di sempre. Tuttavia, oltre a Assassinio sull’Orient Express, esistono anche altre storie molto originali che integrano nella propria trama questo sbuffante mezzo di locomozione, una di queste è La serie infernale.

The ABC Murders – è questo il titolo originale del romanzo – è stato pubblicato per la prima volta a puntate sul Daily Express. Correva l’anno 1935. Protagonista della curiosa vicenda è Hercule Poirot, affiancato nuovamente da Hastings, tornato per qualche tempo dall’Argentina per sbrigare alcuni affari (affari che lo tengono lontano per mesi e la cui natura è poco chiara). Dicevamo che è una curiosa vicenda perché succede di rado che un assassino si senta così sicuro di sé da sfidare apertamente Poirot con delle lettere anonime. ABC, così si firma, annuncia luogo e data del delitto, sfidando l’investigatore a fermarlo, se ci riesce. Da qui parte una lunga caccia all’assassino che coinvolge anche una serie di companion (sì, come quelli del Dottore) pronti ad assistere Poirot nella sua indagine.

La serie infernale è particolarmente ingegnoso per svariati motivi. Anzitutto il colpevole è quello che oggi definiremmo un serial killer. Per far capire l’originalità della scelta compiuta da Christie bisogna tenere a mente che il termine a quell’epoca non era ancora stato coniato e che gli omicidi seriali erano ancora scarsamente rappresentati nei romanzi polizieschi. Un vero tocco di classe è l’uso strategico della guida dei treni ABC, che accompagna i cadaveri sulla scena del delitto, e che allora, nel 1935, nel Regno Unito veniva ancora pubblicata mensilmente.

Secondo motivo è sicuramente il plot twist finale, uno dei meglio riusciti tra le storie di quegli anni. Oltre all’indubbio tocco di genialità che circonda la soluzione del caso, va aggiunto anche il fatto che arrivare alla suddetta soluzione non è compito impossibile. Sicuramente è un punto a favore per quei lettori che apprezzano mettersi nei panni dell’investigatore nel tentativo di battere la scrittrice sul proprio terreno di gioco.

Molto interessante è anche l’insistenza sulla psicologia dell’assassino, qui quanto mai accentuata. Poirot sta sugli spalti e riflette, facendo lavorare le proprie celluline grigie, sulla presunta natura di ABC. Ne risulta un uomo dalla mentalità infantile, sicuro di sé e con una evidente avversione per chi non è nato e vissuto nel Regno Unito. I suoi propositi sono oscuri, ma giusto il tempo di leggere poco più di duecento pagine.

L’unica nota stonata del romanzo è forse la voce narrante. Hastings – che qui scopriamo chiamarsi Arthur –, a differenza di altre occasioni, ci tiene a precisare che alcuni capitoli sono scritti in terza persona perché si è messo nei panni altrui. Sostiene che tutto gli sia stato riferito e che siano informazioni accurate, perfino i pensieri più intimi di quello che sembrerebbe (e che forse è, chi lo sa?) il tanto ricercato serial killer.

La serie infernale è stato un romanzo talmente iconico che ha ispirato, in modo conclamato o più sottile, altre storie. In Greenmask!, di Elizabeth Linington, chi commette gli omicidi si lascia ispirare a Agatha Christie, di cui è lettore accanito, e ricicla lo stratagemma della guida ABC con quello che potremmo definire un corrispettivo californiano. Ma fortemente influenzati dalla trama del romanzo di Christie sono anche Il gatto dalle molte code, scritto da Ellery Queen, e Scompartimento omicidi, di Sebastién Japrisot (che è poi stato adattato nel film del 1965 Vagone letto per assassini). Il fascino della Serie infernale sopravvive ancora oggi: nel 2018, Sarah Phelps ha scritto una miniserie ispirata al romanzo e ha tratteggiato un curiosissimo, e alquanto originale, Poirot, interpretato da John Malkovich.

Forse quello che più ci convince di questo romanzo scritto nel pieno della Golden Age della detective fiction, è la sensazione che, nello scriverlo, Agatha Christie si sia divertita un mondo a escogitare la trama più bizzarra che potesse venirle in mente. Sicuramente è una storia che chi è lettore di gialli dovrebbe leggere almeno una volta nella vita.

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