“La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura” diceva Albert Einstein nel suo Come vedo io il mondo, e forse è questo il mantra che riassume al meglio Utopia Editore, casa editrice nata in questo burrascoso anno con un catalogo che propone “alcune tra le voci più rappresentative della narrativa e della saggistica contemporanee, europee e straniere, in traduzione italiana.”
La terza uscita di questa piccola casa editrice sancisce il ritorno in libreria di Piero Scanziani, voce fondamentale del Novecento, con il suo Avventura dell’uomo. Questi scritti sono apparsi per la prima volta sul Tempo Illustrato di Mondadori, diretto da Arturo Tofanelli, accompagnati dalle fotografie di Costantino Della Casa. Da subito catturano l’attenzione del grande pubblico, tanto che il periodico raddoppia le copie vendute.

L’Avventura dell’uomo consiste in un insieme di saggi che si impegnano a indagare la natura umana, la sua essenza. Un tema che è stato al centro della ricerca di grandi scrittrici e di grandi scrittori sin dagli albori della civiltà. Piero Scanziani scrive di quello che rende un uomo tale, si sofferma con l’occhio critico dello scienziato e con il linguaggio di chi comprende che spesso il valore di un’esperienza, dell’esistenza stessa, supera la percezione che coltiviamo di quella esperienza.
Scanziani parte dal momento in cui l’idea di uomo, in quanto essere vivente, è, per l’appunto, solo un’idea: l’abbraccio che porta al concepimento. Un’idea che può essere dibattuta, discussa e che è centrale alle riflessioni dell’autore.
Tutte le vite umane cominciano con un abbraccio e con un impeto di gioia.
L’idea della vita diventa quindi la vita stessa, cioè materia di discussione, di ricerca, di analisi. Scanziani seziona l’essere umano nelle sue fasi e negli eventi più significativi: dall’infanzia all’adolescenza, dall’età adulta alla morte.

Certo, la morte è un’esperienza che, mentre scriveva questi saggi, Piero Scanziani poteva solo immaginare. Ma la sua capacità di immedesimarsi è quasi una dote innata. Benché certe prese di posizione possano sembrare fuori luogo, stantie e un po’ datate, alcune questioni sono ancora oggi al centro del dibattito sull’identità e sulla percezione della stessa (una su tutte la nozione di performatività applicata al genere sessuale, che Scanziani esamina negli scritti dedicati al passaggio dall’infanzia all’adolescenza).
In verità non è il sesso che influisce sullo spirito, ma è lo spirito che determina il sesso. V’è un’anima androgina, la quale manifesta nei vari individui un po’ più della sua mascolinità o un po’ più della sua femminilità […] lo spirito ordina la materia e non viceversa.
Avventura dell’uomo è un’enciclopedia delle esperienze dell’essere umano, e in questo senso diventa un manifesto non di denuncia ma di celebrazione dell’identità personale e di quella collettiva.
-Marco