Continuiamo le esperienze immersive di ascolto-lettura grazie a Emons Edizioni. L’ultima ci ha visti alle prese con un’opera di Kader Abdolah, La casa della moschea, pubblicata in formato cartaceo qui in Italia da Iperborea (come tutti i suoi romanzi). Kader Abdolah è uno scrittore iraniano (1954) che ha vissuto sulla propria pelle la persecuzione di due regimi, prima quello dello scià poi quello di Khomeini, e che per questo si è visto costretto a vivere come rifugiato politico in Olanda, a partire dal 1988. Lo scrittore ha catturato l’interesse internazionale con la pubblicazione di Scrittura cuneiforme e con La casa della moschea ha vinto il Premio Grinzane Cavour 2009. L’audiolibro Emons è letto da Lino Musella, attore teatrale, cinematografico e di serie tv, conosciuto soprattutto per i suoi ruoli in Gomorra e The Young Pope.
La storia è quella di una famiglia, quella di Aga Jan, e quella di un paese, l’Iran. Aga Jan e la sua famiglia hanno il compito di custodire la moschea di Senjan e per assolvere a questo compito vivono in un’abitazione adiacente alla struttura di culto, quella che viene chiamata, per l’appunto, la casa della moschea. La storia attraversa anni difficili per il paese, a partire dal regime dello scià e dell’apertura di Teheran agli Stati Uniti d’America, per arrivare alla dittatura religiosa di Khomeini e alla fine del conflitto con l’Iraq. Un lungo percorso, molto doloroso, in cui la famiglia della casa della moschea si trova a dover affrontare lutti, allontanamenti, dubbi sulla propria fede religiosa e sul futuro. La famiglia di Aga Jan diventa lo specchio di quello che succede in tutto il paese, tra golpe, attentati e brutali omicidi.
Il filtro di lettura è la voce appassionata di Lino Musella, che conferisce ancora più pathos a una vicenda già di suo molto tragica ma a volte di una dolcezza e speranza singolari, rare. La scrittura descrittiva e poetica di Kader Abdolah si sposa felicemente con la lettura ad alta voce e dovunque il lettore si trovi, a casa sul letto a occhi chiusi o sulla metropolitana con gli auricolari ben saldi sulle orecchie, è letteralmente di fronte a un quadro mentale piuttosto preciso, tanto che non c’è spazio per niente altro.

Ne La casa della moschea ci sono i personaggi e c’è la ricchezza dei sensi. Che si tratti di un colore, di un suono, di un sapore, Kader Abdolah lo evoca con parole semplici e allo stesso tempo molto solenni. Ci sono Muezzin con la sua radiolina nascosta sotto le vesti, Lucertola che scala il minareto e le statue di Senjan, gli uccelli che le donne della casa catturano per sfruttarne forme e colore per creare i tappeti più belli di tutto l’Iran, i tappeti di Aga Jan. Gli uccelli sono il suo segreto. Le forme e gli abbinamenti di colore nascono dal piumaggio variopinto degli uccelli, che vengono catturati durante l’estate e poi lasciati andare una volta rubati i motivi più belli.
Come i tappeti di Aga Jan anche la trama del romanzo è fitta e ricca di colori diversi. Dallo sgargiante piumaggio degli uccelli al nero del turbante degli imam. La storia viene esplorata in tutta la sua unicità e complessità.
Gli uccelli sono anche i numi tutelari della casa della moschea. D’estate le cicogne nidificano sul minareto e vegliano sugli abitanti dell’edificio, ma non sono le uniche. Ci sono anche delle maestose aquile sopra un giardino meraviglioso e soprattutto c’è il corvo. Un corvo la cui età è sconosciuta ma che compare già nei registri della biblioteca della moschea di molti anni prima. Un corvo che accompagnerà la famiglia di Aga Jan fino alla fine e che in qualche modo rappresenta l’essenza della moschea, recalcitrante ai cambiamenti del tempo ma allo stesso modo impotente di fronte ad essi – anche se non per questo meno immutabile.

La casa della moschea è uno di quei libri che dialoga vivacemente con l’immaginazione del lettore. È un libro che apre la porta su un mondo e una cultura sulle quali ci sono ancora molti fraintendimenti. È un ponte che, laddove a livello culturale sembra esserci uno scontro insolubile, unisce due civiltà sull’unico elemento realmente universale di questo mondo, i sentimenti.
-Davide