Tutti sono un numero di Claudio Metallo

Tra le letture che ci hanno fatto compagnia in queste prime settimane del 2020 c’è un titolo di un autore italiano edito da una casa editrice indipendente, CasaSirio Editore. Si tratta di Tutti sono un numero di Claudio Metallo, romanzo che rientra nella collana Riottosi. Metallo non è alla prima pubblicazione, avendo già scritto per CasaSirio Come una foglia al vento – Cocaine Bugs e Vangelo di malativa.

Tutti sono un numero racconta la storia dell’ascesa, sul finire degli anni ’70 in una Napoli divisa tra clan, di Mimmo Tarsitano, personaggio pubblico famoso nella città partenopea e nell’entroterra campano per la sua trasmissione su Tele Napoli Nuova, Il pendolo, un’ora con Mimmo Tarsitano. Tra una telefonata di una zitella in cerca di amore e quella di una donna che è preoccupata perché il marito sembra distribuirne troppo in giro (17), Mimmo con il suo carisma e aspetto riesce ad abbindolare tutti.

Non manca nulla a Mimmo Tarsitano, nemmeno le rogne. Capita infatti che quel terno che ha detto di giocare non esca né al primo, né al secondo e tanto meno al terzo tentativo, ma questo non gli crea problemi, anche quando un contadino (35) armato di fucile lo minaccia in diretta durante la sua trasmissione (anzi, tutto fa brodo, e il fatto l’aiuta nella sua impresa di ipnotizzare i telespettatori). Mimmo non si accontenta mai, il successo non è abbastanza, come non lo sono i soldi (46) o le donne, che gli girano intorno e si concedono più che volentieri.

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La copertina di Tutti sono un numero, Claudio Metallo, edito CasaSirio Editore.

Inizia così il suo percorso verso la scalata sociale e il predominio sulla città di Napoli. Dalla sua parte ha gli insegnamenti di zio Tonino e zio Luigi, ormai morti ma sempre presenti nei sogni del mago, indotti più o meno dalle scorpacciate di fritti o alcolici. In realtà i contatti con chi conta, con la gente giusta, la camorra, li avrebbe pure. D’altronde il vero proprietario di Tele Napoli Nuova è proprio don Raffaele Spavone, che con il suo braccio destro, Cammarota, ha sempre fatto un po’ il buono e il cattivo tempo. Tarsitano ha dalla sua anche un’arma che chi comanda Napoli non ha ancora: ha capito l’importanza della tv, del consenso, dell’opinione pubblica, dello spettacolo.

Claudio Metallo accompagna il lettore lungo la storia di un uomo che grazie alle sue capacità, ma soprattutto grazie alla fortuna (23), riesce a ricavare un posto all’interno di quella fitta rete di relazioni che vedono insieme esponenti malavitosi, imprenditori, donne (21) senza scrupoli, politici ma soprattutto i furbi, quelli che ci rimettono per primi. Il tutto sullo sfondo di una Napoli che si avvicina agli anni ’80, una scenografia mai posticcia o caricaturale, che viene evocata con naturalezza.

Ogni due o tre mesi si faceva chiamare in trasmissione da un amico, un complice che si sperticava in lodi. “Ho chiamato solo per ringraziarti ancora, finalmente è tornata la serenità in casa mia” oppure “Mimmo, mammà non se lo scorda più quello che hai fatto. Casa nostra è casa tua. Tieni un’altra famiglia qua”. Il suo mestiere era tutto un trucco e filava come un orologio.

Di fronte a lui o al telefono c’erano quasi sempre fessi o disperati. La maggior parte delle volte le due cose coincidevano. Ogni volta che aveva difficoltà a entrare nell’intimità della persona che chiamava tirava fuori una frase che funzionava sempre:”La situazione si risolverà, ma ci vorrà tempo”.

Metallo immerge il lettore in un’atmosfera di piccoli aneddoti, un nome qua, un evento là, tutto messo insieme grazie a una prosa accattivante in italiano misto al dialetto. Un dialetto perfettamente comprensibile anche per chi non lo parla. Il ritmo della narrazione è incalzante: le scappatelle con Marianna Capece, coniugata Scandino, le spedizioni punitive, le serate alla bisca (81) con la compagnia di Justine Balibar oppure il colloquio con o’ cardinale, personaggio che immagina una Napoli totalmente diversa.

Tutti sono un numero è un romanzo che una volta preso in mano non lo si riesce a posare più, avvolti come ci si trova dall’universo di Mimmo Tarsitano e dei personaggi che lo circondano. Claudio Metallo non racconta la camorra con stereotipi o schemi già conosciuti, ma trasforma tutto in un’opera che sembra già una sceneggiatura pronta per la messa in onda. Il romanzo è auto-conclusivo, ma non ci dispiacerebbe ancora leggere delle avventure del mago.

-Marco

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