#OpereDiBottega: La donna della domenica di Carlo Fruttero & Franco Lucentini

Nell’ottica della pubblicazione dei volumi di Opere di bottega, dedicati a Carlo Fruttero e Franco Lucentini, che usciranno a ottobre nella collana I Meridiani di Mondadori sotto la curatela di Domenico Scarpa, abbiamo deciso di dare il via a una nuova challenge di lettura consacrata all’inseparabile coppia di autori. E come ogni ‘progetto’ di lettura che si rispetti e che viaggia sui canali social, è accompagnato da un hashtag, in questo caso proprio #OpereDiBottega. Per la prima tappa, quella del mese di giugno, abbiamo affrontato la lettura forse più famosa e cara al pubblico di F&L, La donna della domenica, il primo romanzo scritto a quattro mani.

Primo romanzo e non prima opera perché, proprio durante la stesura de La donna della domenica, ai due venne commissionata una raccolta di poesie, pubblicata per Spagnol nel 1971. Si trattava di L’idraulico non verrà, un volume che, come scritto in un vecchio articolo de La Stampa del 2012, è «un tesoro segreto della nostra letteratura». Il giallo de La donna della domenica invece, venne pubblicato nel 1972 e oggi lo si può trovare in una nuova veste grafica che festeggia i 90 anni del Giallo Mondadori.

immagine 1
A destra, la prima edizione de La donna della domenica, illustrata da Ferenc Pintér. A sinistra l’edizione per i 90 anni del Giallo Mondadori.

Il romanzo racconta di una Torino anni Settanta, attanagliata dal suo imprevedibile clima estivo, e sconvolta dall’omicidio di un uomo, l’architetto Garrone. Uno dei membri della polizia che si occupa delle indagini è il Commissario Santamaria, ed è attraverso il suo processo per tentativi ed errori che il lettore viene a conoscere tutti i sospettati, membri della borghesia torinese e personaggi loschi insieme. E così emergono Anna Carla Dosio, Massimo Campi, Marcello Riviera, le Tabusso, i fratelli Zavattaro e molti altri personaggi che dipingono un’immagine molto vivida della Torino dell’epoca, una diapositiva difficile da scrollarsi di dosso.

Il personaggio del commissario Santamaria è ispirato a una figura realmente esistita, si tratta del Commissario Giuseppe Montesano, capo della mobile di Torino per diversi anni. Montesano fu anche questore a Palermo, al fianco di Falcone e Borsellino. In un’istantanea dedicata a La donna della domenica, pubblicata su La Stampa nel 2016, all’uomo che si cela dietro al personaggio vengono dedicate queste parole, «chi lo ha conosciuto, lo ricorda con quel suo sorriso indecifrabile, segno di tensione ma anche no, che lo accompagnò per tutta la vita, non solo di poliziotto, ma soprattutto di uomo.»

mv5bm2rmmzhmzjktywuync00zdfjltljngutythhytziotkwngmyxkeyxkfqcgdeqxvymjuyndk2odc40._v1_sy1000_cr0013351000_al_
Marcello Mastroianni e Jacqueline Bisset nel film del 1975

Il romanzo ebbe tanto successo che già nel 1975 si decise di farne un film. La direzione venne affidata a Luigi Comencini e nel cast nei panni del Commissario Santamaria figura nientemeno che Marcello Mastroianni. Nel 2011 su Rai 1 venne trasmessa anche una miniserie televisiva in due puntate con la regia di Giulio Base, ma ebbe un successo nettamente inferiore rispetto al film del 1975.

A parlare de La donna della domenica sembra sempre di raschiare soltanto la superficie. Il romanzo è molto complesso, mascherato certo da un’apparente leggerezza che lo rende una lettura universale e apprezzabile da una comunità di lettori vastissima e molto diversificata. Il collante sono indubbiamente l’ironia e la raffinatezza della scrittura, sempre elegante e sempre chiara, pulita. Qualcosa che fa di questo libro un romanzo di più di cinquecento pagine che si legge come se le pagine fossero la metà. Un esempio lampante della capacità di Fruttero e Lucentini di reggere al confronto del tempo e di altri autori più ‘scolastici’ (nella misura in cui vengono fatti leggere a scuola, s’intende).

La donna della domenica è un libro che lavora per contrasti. Da un lato abbiamo la Torino di periferia contrapposta all’ambiente, poi il Commissario Santamaria, un po’ meno poliziotto degli altri poliziotti, meridionale e fine conoscitore di quell’ambiente di cui sopra e poi ci sono la vuota velleità di Massimo Campi e di Anna Carla  agli antipodi del rigore e della fiera cupezza delle due donne Garrone, madre e sorella della vittima. Quest’ultima, cioè la vittima,  l’architetto Garrone, si muove a metà tra questi due mondi, animale bizzarro dotato di una contraddizione in termini con questa sua capacità di praticare gli ambienti della Torino borghese e allo stesso tempo vivere come un nullatenente, sulle spalle della sorella che tira avanti le redini della famiglia.

In tutto il romanzo c’è questa netta linea di demarcazione tra il cittadino comune, o peggio, il furfante, il ladro, quello che vive di stenti, e la gente dell’ambiente, il borghese o il ricco avvocato che passeggia sul Lungopo. Con il procedere della storia si scopre che la linea è molto meno netta, molto meno spessa, di quello che si pensi. Il cittadino perbene è anche assassino, l’uomo rozzo e minaccioso è anche creatura innocente.

20190622_170304

Cuore palpitante della narrazione è la città di Torino che, in un gioco di scatole cinesi, ha a sua volta un cuore, quel Balon che fa da palcoscenico al secondo delitto e che ospitava e ospita tuttora il mercato di antiquariato e dell’usato più variegato e vivido della città. Una zona della città che, confrontando quella di oggi con quella di ieri, non sembra cambiata per nulla. Solo i protagonisti del vociante mercato sono diversi.

La donna della domenica rimane una delle opere più apprezzabili per comprendere lo spirito di Torino e dei suoi abitanti, per comprendere cosa si intende quando si parla di sabaudità. Quella natura che va al di là dell’elemento misterioso e soprannaturale che l’ammanta e che esplora i vizi e le virtù degli uomini che si muovono lungo le sue vie perfettamente squadrate e polverose.

-Davide & Marco

6 pensieri su “#OpereDiBottega: La donna della domenica di Carlo Fruttero & Franco Lucentini

  1. Pingback: La donna della domenica: i luoghi del romanzo di Fruttero & Lucentini – – Radical Ging –

  2. Pingback: #OpereDiBottega: L’amante senza fissa dimora di Fruttero & Lucentini – – Radical Ging –

  3. Pingback: #OpereDiBottega: Il Palio delle contrade morte – – Radical Ging –

  4. Pingback: Libri, letture e cultura in casa Fruttero: intervista a Maria Carla Fruttero – – Radical Ging –

  5. Pingback: F&L, i luoghi e i romanzi: intervista a Maria Carla Fruttero – – Radical Ging –

  6. Pingback: Torino magica: intervista a Vittorio Del Tufo – – Radical Ging –

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.