La quinta stagione di N.K. Jemisin

Siccome siamo lettori onnivori, desiderosi di abbattere la barriera del ‘genere’ e lasciare che la letteratura sconfini e si contamini, ci siamo dedicati alla lettura de La quinta stagione, il primo volume della Trilogia della Terra Spezzata di N.K. Jemisin. Con questo romanzo, insieme ai due capitoli successivi, la scrittrice americana si è aggiudicata per tre anni consecutivi (2016, 2017, 2018) il Premio Hugo, uno dei premi dedicati alla narrativa fantastica e di fantascienza più prestigiosi che ci siano in circolazione. Il volume è stato portato in Italia da Mondadori, nella collana Oscar Fantastica, con la traduzione di Alba Mantovani.

N.K. Jemisin è una scrittrice afroamericana nata nel 1972 nell’Iowa, negli Stati Uniti. Inizia a scrivere prestissimo ma deve lottare duramente per vedere riconosciuto il frutto delle sue fatiche. Con La Trilogia della Terra Spezzata si potrebbe dire che ha sfondato con la forza di un treno in corsa questo traguardo. Lo dicono i premi che ha vinto ma soprattutto il grande successo di pubblico e di critica che la storia che ha composto ha riscosso.

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N.K. Jemisin

Una curiosità sull’origine della storia la si trova nei ringraziamenti (sì sono uno di quei lettori che divora ogni più piccola frase, dalla prefazione alla nota più microscopica, di un libro). La Jemisin nel 2009 ha partecipato a Launch Pad, un programma, allora finanziato dalla Nasa, che vede coinvolti ogni anno i media americani più influenti. Il fattore comune? L’intenzione di impiegare contenuti scientifici nelle proprie storie. In seno a questo programma nasce l’idea originaria della storia de La Terra Spezzata.

Ma che cosa succede ne La quinta stagione?

Siamo sull’Immoto, una terra continuamente sconvolta da violenti terremoti, che devastano città e alterano drammaticamente la morfologia del territorio. Ma non è solo la terra a essere divisa. Sull’Immoto vivono umani e orogeni, questi ultimi sono creature dal grande potere, in grado di modificare i movimenti tellurici e la temperatura ambientale. Sulla scia delle più evidenti differenze sociali che contraddistinguono la nostra società, gli orogeni sono dei reietti, vengono spesso guardati con sospetto o ostracizzati. Nel peggiore dei casi vengono uccisi in pubblica piazza. È in una società divisa e divisiva che si muovono le tre protagoniste del romanzo, che danno alla storia una prospettiva corale. Damaya, Syenite ed Essun (che il lettore scoprirà essere unite da un elemento imprescindibile), sono donne che appartengono alla popolazione degli orogeni e che si trovano a dover affrontare situazioni terribili, potendo fare affidamento solo sulla propria forza d’animo e determinazione. Tutto è complicato dal fatto che uno sconosciuto, un orogene, apparentemente, distrugge Yumenes, la capitale dell’Immoto, sulla quale si fondava il sostentamento dell’intera regione. Come potranno sopravvivere le nostre eroine?

Sanze è l’unica nazione che sia mai sopravvissuta intatta a una Quinta Stagione… non solo una bensì sette volte. (…) Sette epoche in cui la terra si è spezzata da qualche parte e ha eruttato cenere o gas letali nel cielo, provocando un inverno senza luce durato per anni o decenni invece di mesi.

La quinta stagione entra a pieno titolo nel novero di saghe fantastiche ad ampio respiro. La Jemisin, con una prosa criptica e a tratti oscura, riesce a comunicare candidamente le emozioni che il soffocante mondo dell’Immoto, con tutte le sue avversità, che superano di gran lunga gli agi, suscita nei personaggi. Al di sotto dell’intreccio narrativo si coglie qualche guizzo di esperienza personale, che è percolato nella storia. Un ibrido tra fantastico e reale che non lascia scampo al lettore. Non ci si può fermare.

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Con la sua Trilogia della Terra Spezzata, N.K. Jemisin ha vinto 3 Hugo Award consecutivi

In alcuni tratti, complice l’atmosfera cupa e disincantata di un mondo in cui la parola speranza la puoi soltanto immaginare nei sogni, il rimando all’epica di George R. R. Martin è evidente. Ma al di là di questa componente, se vogliamo, tragica e spietata, c’è anche la solidità di un mondo sapientemente costruito e fedele alla regola del patto d’incredulità del lettore, sulla scia di maestri del genere come Ursula Le Guin e Margaret Weis.

La psicologia dei personaggi, che si avvicendano tra un capitolo e l’altro, è esplorata con grande attenzione, sposando quel modo di narrare che ricorda anche qui un Martin o uno Stephen King dei primi tempi. E si tratta di personaggi femminili dotati di grande forza, che vanno ad aggiungersi a una già nutrita schiera di personaggi forti e indipendenti, che popolano l’epica fantastica e la rendono portavoce di una sfaccettata complessità.

La quinta stagione non è un romanzo per chi cerca il lieto fine, ma spesso i romanzi fantastici, a differenza della comune credenza che siano sempre storie con una morale e un messaggio di pace universale, sono una lente d’ingrandimento della società che viviamo. E, consapevoli che ogni epoca storica ha le sue indiscutibili criticità, la nostra non fa eccezione. Così è inevitabile che questo volume, questa storia tragica e potente, sia un filtro attraverso il quale analizzare la realtà che ci circonda.

-Davide

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