Quando mi sono messo a cercare quale fosse il nome del traduttore mi sono reso conto di quanti pochi autori italiani contemporanei io legga. Ed è un male perché a volte il rischio è quello di perdere delle storie interessanti e non banali. Come in questo caso.
La manutenzione dei sensi, di Franco Faggiani, esce oggi per la collana Le strade, di Fazi. Si tratta della storia di Leonardo Guerrieri e Martino Rochard, un vedovo cinquantenne che si trova a dover accogliere un nuovo membro della famiglia l’uno, e, per l’appunto, l’aggiunta più recente della famiglia Guerrieri l’altro. In seguito alla partenza della figlia maggiore, Nina, Guerrieri si trova davanti a un bivio, rimanere nella grigia e sporca Milano nella sicurezza di una situazione apparentemente più congeniale per un bambino con l’Asperger, come Martino, o lasciare tutto alle spalle e spostarsi in una casa in montagna, sulle Alpi piemontesi, luogo tanto amato dalla defunta moglie, Chiara.
La narrazione è in prima persona e a parlare è il Guerrieri stesso. Ed è proprio lui a spiegare le ragioni del suo trasferimento in montagna, in un luogo sufficientemente isolato da rendere le visite molto difficoltose. Si tratta di una di quelle scelte che a volte ci solleticano la mente ma che, in genere, lasciamo lì, a prendere polvere, finché non ce ne scordiamo. È un cambiamento che non ha nulla di semplice o graduale, dire drastico è quasi un eufemismo.
Ma dire che il romanzo è la storia di due persone forse è un po’ riduttivo. I protagonisti sono molteplici, la montagna, vista come luogo nel quale esplorare le proprie emozioni ed elaborare il lutto, la sindrome di Asperger, che aleggia un po’ su tutta la vicenda e che viene spiegata con freschezza e naturalezza, la vita contadina, il cambiamento.
Devo ammettere che per un cittadino incallito come il sottoscritto, non riuscirei a vedermi in un contesto diverso dalla città, anche se amo la montagna e la apprezzo come via di fuga dal caos e dallo stress quotidiano (ma ecco, è una via di fuga temporanea), leggere di montagna è inusuale. Ciononostante la prosa semplice e scorrevole, e una descrizione dei personaggi viva e simpatica mi hanno fatto divorare il libro. Anche se per divorare, considerata la mia tecnica di lettura da ocd, che scandaglia il testo e rilegge una frase più e più volte finché non ne conosco la più piccola virgola, si intende un periodo di tempo più lungo di quello che canonicamente si assocerebbe a un verbo simile.
Le ore di cammino nella notte erano le preferite di Martino. Nessuna domanda, nessuna parola, solo occhi spalancati, piccoli gesti e passi misurati per non fare rumore; inizialmente impacciati poi sempre più fluidi, naturali fino a essere parte di quel momento e di quell’ambiente. Come i rami sottili d’arbusto che tremolano al vento lieve, un cumulo di neve che diventa liquido e trasparente e si immerge nella terra, un pipistrello in caccia che sfreccia silenzioso tra gli alberi. I nostri sicuri cammini notturni, ben diversi da certi nebbiosi e inquietanti ritorni a casa nelle serate milanesi, erano contemplati da Martino come “La manutenzione dei sensi”.
La manutenzione dei sensi è qualcosa di strettamente personale, per Leonardo e Martino si tratta di qualcosa che ha a che fare con la montagna, con il silenzio e le ore notturne, ma in realtà cambia forma da persona a persona. è il luogo dove riscoprire noi stessi.
Il libro di Faggiani è un libro leggero e semplice, da leggere tutto d’un fiato, che ti trasporta in un mondo altrettanto leggero e semplice, custodito dalle Alpi piemontesi.
-Davide
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