Mistero a Crooked House: il bello del delitto

Mistero a Crooked House è il primo film tratto dalla penna della Duchessa della Morte, a tornare sul grande schermo dopo 28 lunghi anni (l’ultimo era Dieci piccoli indiani di Alan Birkinshaw). Agatha Christie, nella sua biografia ci dice che “[…] I due romanzi polizieschi che preferisco sono Crooked House ( in Italia pubblicato come È un problema) e Ordeal by Innocence (Le due verità) […]”. È quindi comprensibile che dopo una dichiarazione del genere l’hype salga, e fortunatamente nessuna aspettativa è stata delusa.

There was a crooked man, and he walked a crooked mile.

Mistero a Crooked House è tratto dal romanzo best seller È un problema, pubblicato nel 1950 in Italia, e rientra pienamente nel canone del whodunnit, il classico giallo all’inglese. La vicenda del film ruota intorno alla figura di Aristides Leonides, il grande patriarca e burattinaio delle vicende della famiglia Leonides – De Haviland, che viene trovato morto dalla nipote Sofia (Stefanie Martini). Insospettita dalla strana atmosfera che circonda la tenuta di Three Gables e la famiglia, decide di rivolgersi all’investigatore privato Charles Hayward (Max Irons), con il quale aveva avuto un trascorso più o meno passionale al Cairo. Charles, con l’appoggio di Scotland Yard e dell’ispettore capo Taverner (Terence Stamp) accetta di recarsi nella cupa e strana magione (da qui il titolo inglese). Una volta varcata la soglia, Charles si renderà effettivamente conto del perché Sophia fosse così preoccupata, trovandosi a dover interrogare ogni membro della famiglia allargata per arrivare alla soluzione della vicenda.

He found a crooked sixpence upon a crooked stile.

He bought a crooked cat, which caught a crooked mouse,

Non vi rovinerò la sorpresa dell’indagine e della scoperta del colpevole (è stato il maggiordomo, con il candelabro, nella biblioteca). Mistero a Crooked House è arrivato un po’ in sordina in questo momento di riscoperta, da parte del mondo dell’intrattenimento cinematografico e televisivo, delle opere della Christie. Tutti sappiamo che a dicembre uscirà il film evento Assassinio sull’Orient Express, quindi stupisce il fatto che nello stesso periodo ci si ritrovi con due adattamenti cinematografici della stessa autrice (cosa alla quale la Christie era abituata, basti pensare che è stata l’unica donna a vedere messi in scena tre diversi spettacoli teatrali nello stesso momento nel West End londinese). La regia è affidata a Gilles Paquet-Brenner, che insieme a Julian Fellows, sceneggiatore e regista di Downton Abbey, Gosford Park e tanti altri film sulla stessa linea, riesce a donare giustizia a un giallo costruito con tutti i crismi. Insieme riescono maniacalmente a trasporre il messaggio che si cela dietro il romanzo, e a far trapelare tutto il gusto, puramente british, e la fascinazione del delitto, che non è (fortunatamente?) relegato a vicoli bui nelle periferie di una città.

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Ci si trova quindi a giocare insieme all’ispettore Hayward a un Cluedo in real life: ci spostiamo di stanza in stanza per conoscere i vari personaggi, tutti come da tradizione sospettabili, le loro motivazioni, le loro paure e i loro macabri desideri. Ogni ambiente è curato nei minimi dettagli: l’insieme della casa pare da fuori, tanto quanto da dentro, costruito su se stesso, con torrioni, guglie gotiche e merli, ma anche stanze ammassate tutte insieme e tutte diverse, non omogenee.

Ogni ambiente rispecchia il personaggio che lo abita, la camera di Eustace (Preston Nyman) adolescente introverso che trova conforto nella musica rock, il boudoir di Magda West (una strepitosa Gillian Anderson), la cameretta della piccola Josephine (Honor Kneafsey), l’ala della casa destinata al secondogenito di Aristides, Roger (Christian McKay), e a sua moglie Clemency (Amanda Abbington, famosa per aver interpretato Mary nella serie tv della Bbc, Sherlock). E poi ci sono la camera dove la nuova moglie del defunto, Brenda (Chrisina Hendricks), intratteneva il marito prima di andare a letto, la stanza dove il precettore Lawrence Brown (John Heffernan) tiene le lezioni ai ragazzi e infine l’enorme parco della tenuta, dove Lady Edith (la magistrale Glenn Close) la fa da padrona tra una battuta di caccia alle talpe e l’altra.

And they all lived together in a little crooked house.

Un’atmosfera cupa, ma familiare, da film della domenica, da lettura con il plaid e un tè bollente tra le mani? Niente di più sbagliato. Il film, fedelissimo alle vicende del romanzo, fatta eccezione per qualche piccolissima licenza, ricalca esattamente la spirale nera di avvenimenti e delitti che sembrano portare alla caduta della casata dei Leonides.

Il giallo si tinge quindi di nero, di rosso, l’estetica del film ne trae vantaggio, ammaliando lo spettatore con i suoi forti colori, con le ambientazioni gotiche e con rimandi a capisaldi del genere della Ghost Story come The Innocent (1961, conosciuto in Italia con il nome di Suspense, dal quale ha preso ispirazione The Others) e un ammiccamento non troppo velato alle atmosfere della scuola di Friburgo di Suspiria, capolavoro di Dario Argento.

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Leggendo le varie recensioni, per lo più italiane, visto che il film è uscito per ora soltanto in Italia, sembra che la critica si sia tutta schierata per lodare il film sotto tutti i suoi aspetti, per poi però sottolineare come alcuni personaggi, in primis Magda Westsembrino troppo stereotipati e che questo possa minare le performance dei vari attori. Ma qui sta l’inghippo: per quanto possano sembrare delle macchiette, questo è proprio l’intento di Agatha Christie, intento che Fellowes, Paquet-Benner e Tim Rose Price sono riusciti a trasportare magistralmente su pellicola. I vari personaggi sono stereotipi viventi, ma in quanto tali diventano i migliori strumenti per entrare totalmente nelle vicende tramutandosi in critica della società e parodia, lasciando l’amaro in bocca una volta scoperte le crepe e le stranezze della bella facciata aristocratica della Casa Storta.

Non c’è invece bisogno che vi riveli che l’espediente del finale non ha precedenti, tanto da creare scalpore all’uscita del volume, come tanti altri libri della Regina del Giallo. Non è un finale minore e potrebbe stare benissimo allo stesso livello di Dieci piccoli indiani, Nella fine è il mio principio e il classico e controverso L’assassinio di Roger Ackroyd, il cui finale creò un tumulto nella critica dell’epoca.

Un film riuscito perfettamente, sia sotto il punto di vista della sceneggiatura (come non amare la wittiness dei personaggi, seduti intorno a tavola durante la cena), sia per quanto riguarda regia, luci, costumi e tutto il resto. Come al solito, Agatha Christie (numerose sono le citazioni anche ad altre sue opere) stupisce e di soppiatto spaventa, rivelandoci che sì, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo, ma che niente è come sembra e che il male è sempre in agguato, anche tra le tovaglie di Fiandra.

-Marco

 

 

 

13 pensieri su “Mistero a Crooked House: il bello del delitto

  1. Concordo in pieno, i personaggi sono volutamente un po’ tutti sopra le righe per cercare di mantenere lo spirito del libro e dell’autrice, ma nel complesso il film è godibile dall’inizio alla fine.

    Solo una piccola precisazione: mi risulta che dopo Assassinio sul Nilo del ’78, sempre con Ustinov siano stati girati Delitto sotto al sole (1982) e Appuntamento con la morte (1988)

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    1. Marco Amici

      Grazie del commento! In effetti hai ragione, controllando ho visto che in realtà l’ultimo film ad esser proiettato sul grande schermo è “Dieci Piccoli Indiani” del 1989. Ho subito risolto il problema, grazie per avermelo fatto notare.

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    1. Marco Amici

      Se ne hai la possibilità vallo a vedere al cinema, ne vale assolutamente la pena! A breve uscirà anche il nuovo adattamento di Assassinio sull’Orient Express, lo andrai a vedere?

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  2. Minuti di grande Intrattenimento fino all’esplosione finale.
    Le dinamiche familiari si afferrano gradualmente, solo quando tutti sono a tavola lo spettatore può dire di essere a cena con loro. Ottimi attori, non trovo personaggi stereotipati ma rispondenti a un certo umorismo inglese.
    La crooked house è ripresa magistralmente, sia dentro che fuori.

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    1. Grazie della tua opinione! Anche per me una delle scene più bella e più agrodolci è quella della cena, l’humor inglese riesce ad addolcire al palato l’amarezza dei vari personaggi così in conflitto tra loro. Piccola curiosità: sono due le case che si vedono nel film, una per riprendere gli interni ed una per gli esterni. Quest’ultima è in vendita per soli 5 milioni!

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  3. A me tutto sommato è piaciuto, ma sinceramente credo che potesse essere fatto in maniera migliore. Credo che abbia delle grosse pecche, una delle quale è la brevità. Avrei preferito qualche minuto più per evolvere meglio il finale. Se volete, vi lascio la mia recensione, potete anche non leggerla. E si vi da fastidio, eliminate pure il commento. Eccola: https://mjpsreviews.wordpress.com/2017/11/05/mistero-a-crooked-house-recensione/#more-1606

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  4. Pingback: Greenway House: la residenza di Agatha Christie – – Radical Ging –

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