Marzo è tipicamente il mese della rinascita primaverile, dei primi giorni di sole, dei pollini e delle allergie. Mai a nessuno verrebbe in mente di associare al terzo mese dell’anno la rabbia. Eppure… eppure la rabbia è il tema della terza tappa della #ReadChristie2023, nonché uno dei moventi più ricorrenti nelle storie di Agatha Christie. Tra i tanti romanzi che avremmo potuto leggere, la nostra scelta è ricaduta su uno dei «minori», meno conosciuto e decisamente meno brillante di altri: Poirot si annoia.
Hickory Dickory Dock viene pubblicato nell’ottobre 1955, per cui si potrebbe considerare una delle opere mature di Christie, che è ormai una giallista affermata e celebre in tutto il mondo. Il curioso titolo inglese fa riferimento, com’è consuetudine della scrittrice, a una filastrocca:
Hickory Dickory Dock
The mouse ran up the clock
The clock struck one
The mouse ran down
Hickory Dickory Dock
Tuttavia, a differenza di altri romanzi della Regina del giallo, la filastrocca ha ben poco a che fare con la storia e con il mistero centrale alla trama. Per certi versi e una volta tanto, il titolo italiano, Poirot si annoia, riesce a rappresentare meglio lo spirito del romanzo. Poirot è effettivamente annoiato, e la sua noia lo porterà a investigare un caso che probabilmente, in altre circostanze, non avrebbe investigato mai.
La signorina Lemon, segretaria del piccolo investigatore belga, sbaglia a scrivere una lettera. E si sa, come Poirot non sbaglia mai, anche i suoi sottoposti devono attenersi a questo rigido protocollo. Interrogata sul motivo della sua distrazione la signorina Lemon rivela al datore di lavoro che sua sorella si trova nei pasticci. La signora Hubbard infatti, dirige una pensione per studenti in Hickory Road. E fin qui nulla di strano. Ma il problema è che, negli ultimi tempi, si sono avvicendati una serie di piccoli furti e scherzi maligni che l’hanno fatta sospettare che nascondessero qualcosa di losco. Poirot, che come dicevamo è in un momento di dread esistenziale, si offre subito di investigare la faccenda.
Ovviamente, dietro i furti e i dispetti si nasconde davvero qualcosa di più. Al punto che presto queste marachelle diventano un omicidio. Così Poirot, insieme all’ispettore Sharpe, interroga e parla con gli studenti, molti dei quali stranieri, del pensionato. Ragazze e ragazzi giovani che studiano, lavorano, tramano diabolici sotterfugi.
Oltre alla vasta e già molte altre volte citata conoscenza dei veleni, in questo romanzo emerge un’altra delle grandi passioni di Agatha Christie: i giovani. Nella sua vita, Christie ha sempre amato circondarsi di persone giovani che spesso, nei suoi romanzi ma anche in interviste scritte o alla radio, sono oggetto di riflessioni e interessanti elucubrazioni. La scrittrice non ha mai mancato di studiare e osservare attentamente, durante tutta la sua esistenza, le nuove generazioni, e non solo per farne materiale da romanzi ma anche per comprenderle. E, sebbene non ci sia sempre riuscita, è già più di quanto non abbiano fatto sue e suoi colleghi a lei contemporanei.
Al di là di questo particolare interesse per la gioventù, il romanzo presenta svariati punti deboli, accentuati forse da una traduzione italiana che lascia molto a desiderare. Anzitutto, la trama. Ricorda un mischione di molti altri romanzi pubblicati qualche anno addietro e, se da un lato è un’operazione che se svolta bene può dare vita a ingegnose variazioni su specifici temi, dall’altro è qui talmente palese che la trama perde in originalità. Poi c’è il grosso problema del numero di personaggi. Sono molti, troppi, e sebbene Christie normalmente alterni con grande attenzione macchiette a personaggi più definiti, in Poirot si annoia alcuni studenti, specialmente quelli stranieri – che forse per eredità del film Via col vento parlano usando l’infinito quando in inglese niente rende accettabile una traduzione del genere –, non si possono considerare nemmeno macchiette talmente sono abbozzati.
Il mistero è interessante e la soluzione è tutto sommato intelligente, ma nel caos di personaggi e nella marea di indizi la storia perde un po’ la bussola. E questo è un danno a un romanzo che potrebbe essere molto di più e che è sicuramente brillante per ambientazione e ispirazione. Per ritrovare lo smalto della grande scrittrice di gialli dobbiamo attendere qualche tempo.
– Davide & Marco
Vi aspettiamo su Google Meet, mercoledì 29 marzo alle ore 21.15, per parlarne meglio insieme, in compagnia di Laura e Chiara di @sisters.books e con Sara di @istantanea_di_un_libro e del gruppo Telegram dedicato alla #ReadChristie2023!