#ReadChristie2021 | Passeggero per Francoforte, la spy story poco riuscita di Agatha Christie

Sono passati undici mesi dall’inizio di questa challenge e sembra incredibile ma siamo quasi al capolinea. Prima di accomiatarsi dalla #ReadChristie2021, godiamoci ancora un po’ questa tappa di novembre. Per questo mese bisognava leggere una storia ambientata dopo la Seconda guerra mondiale. Il bacino di titoli da cui pescare è abbastanza ampio, tanto che ne abbiamo letti due! Uno, Alla deriva, sarà il titolo di cui discuteremo in diretta oggi 30 novembre alle 21.20 insieme a Chiara e Laura di Sisters Books e a Sara di Istantanea di un libro; dell’altro invece vi parliamo su questi schermi: Passeggero per Francoforte.

Passenger to Frankfurt fu pubblicato in occasione dell’ottantesimo compleanno di Agatha Christie e fu pubblicizzato, vista l’occasione, come la sua ottantesima pubblicazione. Per arrivare a questo numero però è stato necessario includere nel conteggio anche romanzi e raccolte che erano state stampati solo per il pubblico americano.

Il romanzo inizia nell’aereoporto di Francoforte. Sir Stafford Nye è un diplomatico inglese, ma anche una «pecora nera». I ricevimenti e i convenevoli non fanno per lui. Mentre aspetta che annuncino il suo volo, viene avvicinato da una donna dai capelli scuri. Lei gli confida che è in fuga, la sua vita è in pericolo, ha bisogno di far perdere le sue tracce. Lo implora quindi di scambiare il passaporto, vista la leggera somiglianza tra i due, e i biglietti. Sir Nye, scettico, la ascolta e alla fine si convince e accetta, senza rendersi conto delle conseguenze di questo gesto.

Sir Nye si troverà coinvolto in una storia di spionaggio che collega le rivoluzioni e le manifestazioni dei giovani di tutto il mondo a una manciata di uomini e donne che vogliono instaurare un nuovo regime oligarchico ispirato ai precetti del Reich di Hitler. Insomma, un crossover tra le prime spy story di Agatha Christie e i romanzi di John Le Carré.

Ma, a differenza de Il segreto di Chimneys, I sette quadranti, L’uomo vestito di marrone e altri, questo romanzo rimane un vero punto interrogativo, tanto che andrebbe letto lasciandosi alle spalle le regole non solo della fiction, ma anche della vita vera. Dei romanzi sopracitati mancano l’ironia, il divertimento, la suspense, cose che lasciano il posto a infinite conversazioni tra diplomatici, trame e sottotrame che partono e non arrivano da nessuna parte.

Interessante è però come Agatha Christie racconti la paura, l’ansia e il sospetto che tante persone della sua generazione provavano in quegli anni. Lei ha vissuto la Prima e la Seconda guerra mondiale, per non parlare della Guerra fredda. È ovvio che una persona così anziana si trovi a disagio nel mondo in cui è catapultata e che rifletta su una sua grande paura: che la gente dimentichi il male, la distruzione, e che non riesca a interpretarne i segni.

Passeggero per Francoforte potrebbe sembrare una critica alle generazioni più giovani, le quali, a detta della scrittrice, sono più facilmente manipolabili, ma in realtà si tratta più di un monito: bisogna prestare attenzione, perché anche nelle rivoluzioni ci sono sempre zone d’ombra. Certo, la Christie era nata in epoca tardo-vittoriana, quanto di più lontano ci possa essere dalla giovinezza, ma è anche vero che ai giovani sapeva dare voce, come abbiamo visto in Endless Night.

Questa paura, questa possibilità che dalle ceneri della Seconda guerra mondiale potesse risorgere un nuovo nemico non era stata captata soltanto da Agatha Christie. I primi appunti che ventilavano un possibile romanzo con questa trama risalgono al 1963. Un altro autore stava pensando a una storia simile, a un thriller che raccontasse di un male che si infiltra nella vita di tutti i giorni approfittando della memoria corta delle persone.

Si tratta di J.R.R. Tolkien, l’autore de Il signore degli anelli. In una lettera del 1964, destinata a Colin Bailey, scrive di un possibile seguito della saga fanatsy, intitolato The New Shadow, La Nuova Ombra:

I did begin a story placed about 100 years after the Downfall, but it proved both sinister and depressing. Since we are dealing with Men, it is inevitable that we should be concerned with the most regrettable feature of their nature: their quick satiety with good. So that the people of Gondor in times of peace, justice and prosperity, would become discontented and restless — while the dynasts descended from Aragorn would become just kings and governors — like Denethor or worse. I found that even so early there was an outcrop of revolutionary plots, about a centre of secret Satanistic religion; while Gondorian boys were playing at being Orcs and going around doing damage. I could have written a ‘thriller’ about the plot and its discovery and overthrow — but it would have been just that. Not worth doing.

Qui una traduzione parziale della lettera in questione:

Ho iniziato una storia che si svolge circa cento anni dopo la Caduta, ma si è rivelata sinistra e deprimente. Dato che abbiamo a che fare con uomini è inevitabile che si debba prendere in considerazione una delle caratteristiche più deprecabili della loro natura: il fatto che presto si stancano del bene. […] In epoche così antiche ci fu un fiorire di trame rivoluzionarie, incentrate su una religione satanica segreta, mentre i ragazzi di Gondor giocavano a travestirsi da orchi e andavano in giro a fare danni. Avrei potuto ricavarne un thriller con il complotto e la sua scoperta e la sua sconfitta, ma non ci sarebbe stato altro. Non ne valeva la pena.

Purtroppo, o per fortuna, di questo progetto non rimane che una manciata di pagine.

Chi ha letto Passengero per Francoforte, che sia fan, lettore ignaro o studioso della materia, concorda sul fatto che questo è il romanzo più brutto di Agatha Christie. Lo è anche per noi, pur con qualche interessante spunto di riflessione. Lo consigliamo? Solo se volete leggere davvero tutto della Regina del giallo. Per gli altri: potete passare oltre.

-Davide & Marco

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