Che sia attraverso un libro, un film, un fumetto o anche semplicemente a voce, il valore di una storia sta nel riuscire a coinvolgere chi ne viene a conoscenza, chi è disposto a prestare orecchio e attenzione al racconto. A volte, quando si parla di storie realmente accadute, si crea un certo livello di empatia che però si esaurisce nel momento in cui ci si rende conto che quella che si sta ascoltando è la storia di qualcun altro, e che per quanto possa scuoterci, forse manca di quel senso “universale” che può realmente toccarci. Forse per questo riusciamo a comprendere meglio certi avvenimenti grazie alla lente della finzione, che con la sua stortura ci rende più vicine certe esperienze.
Ed è forse questo quello che succede a chi vive l’esperienza Sprinters, una storia di Colonia Dignidad, opera di Lola Larra (pseudonimo di Clara Larraguibel), illustrata da Rodrigo Elgueta e pubblicata per i tipi di Edicola Ediciones nella traduzione di Marta Rota Núñez (traduttrice che l’anno scorso abbiamo intervistato per la #RadicalBookFair). Colonia Dignidad è una delle pagine oscure della storia del Cile: ribattezzata Villa Baviera, si tratta di un villaggio cileno fondato da Paul Schäfer nel 1961. La realtà però non è così lineare.
Paul Schäfer era un ex soldato nazista delle SS, parte della Gioventù Hitleriana. Nel 1961, partì insieme a un gruppo di immigrati tedeschi verso il Cile con l’intento di costruire una comunità che seguisse, in modo ancora più distorto, i precetti dell’ideologia nazista.
Dietro la colonia composta da lavoratori e lavoratrici, le cui vite erano scandite dagli interminabili turni di lavoro, dalle preghiere e dalle riunioni serali coordinate da Zio Paul (così veniva definito l’ex nazista) e dagli altri leader della setta, si nascondevano atrocità e storie ancora più complicate. Lo Zio Paul aveva creato intorno a sé una specie di harem composto solo dai bambini più veloci, belli e intelligenti, i cosiddetti Sprinters, bambini (solo maschi) che subivano in silenzio le violenze del tedesco.
Non esisteva vita privata all’interno della colonia, così scollegata dal “mondo di fuori”, visto come una Babele conquistata dai comunisti (ndr: l’ironia). Gli adulti erano considerati ragazzi fino ai quarant’anni, quando era data loro la possibilità di sposarsi, senza però poter avere figli. Non c’era un aspetto delle loro vite che fosse sconosciuto agli occhi di Zio Paul.
Una vicenda così complicata, che vede la colonia come punto d’incontro di tanti destini e di tante storie – come per esempio la complicità tra Schäfer e Pinochet, la collusione col fenomeno desaparecidos e altro ancora – rimane impressa come una domanda alla quale non si potrà mai dare risposta. Se non con la lente della finzione, come dicevamo.
Lola Larra, attraverso un attento studio delle testimonianze riguardanti la colonia e dei faldoni del processo a Paul Schäfer, scrive un’opera ibrida, quasi come se fosse questo l’unico modo per parlare di una vicenda così torbida che ancora oggi proietta un’ombra difficile da penetrare. La storia di Sprinters parte da lontano, negli anni ’80, con la morte misteriosa del piccolo Hartmut Münch. Questo bambino, uno degli Sprinters, muore nel silenzio generale della comunità, silenzio imposto dall’alto, date le strane circostanze della sua dipartita.
Così iniziano le testimonianze, i racconti che consentiranno al lettore di varcare i cancelli della Colonia. Il romanzo, con un taglio alla Truman Capote – citato all’interno del testo, immancabilmente -, è accompagnato dalla sceneggiatura (illustrata da Rodrigo Elgueta) di un possibile film sulla colonia, incentrato sulla fuga di due ragazzi, Chico e Tobias, avvenuta durante la festa del 36esimo anniversario dalla fondazione del villaggio. Oltre a questo elemento apparentemente estraneo, inframmezzano i capitoli testimonianze di diversi coloni o ex-coloni interrogati durante i processi. Ne esce fuori un’opera che, scavalcando le convenzioni della finzione e della riproduzione fedele dei fatti accaduti, si trasforma in un romanzo documentario.
Lola Larra gestisce magistralmente questa ibridazione, rendendo la finzione accattivante, magnetica, e riuscendo a immergere il lettore nell’atmosfera inquietante del villaggio cileno, senza perdere credibilità o abbandonare il mondo dei fatti realmente accaduti. Ci rendiamo conto che Sprinters, per alcuni temi trattati, potrebbe essere una lettura non adatta a tutti. Però, proprio per questo, vi invitiamo a leggerlo, a scoprire la storia di Colonia Dignidad e a tramandarla, in modo che non venga dimenticata.
-Marco