Sì, siamo ancora su questi schermi, nonostante l’afa agostina, perché non possiamo fare a meno della nostra dose mensile di Agatha Christie… e questa volta raddoppiamo il dosaggio! Per agosto, la tappa della #ReadChristie2021 richiedeva la lettura di una storia ambientata in una località marittima o vicina alla costa. Visto che per la diretta di fine mese insieme a Chiara e Laura di Sisters Books e a Sara di Istantanea di un libro discuteremo di Perché non l’hanno chiesto a Evans? (di cui abbiamo già scritto in precedenza), qui vi parleremo di un’altra storia, ancor più consona alla stagione e alla consegna: Miss Marple nei Caraibi.
In originale A Caribbean Mystery, Miss Marple nei Caraibi è stato pubblicato in Inghilterra nel 1964. L’anno successivo arriva anche in Italia: nella nostra edizione, il romanzo è tradotto da Rosalba Buccianti, ma esiste una versione antecedente a cura di Moma Carones (ignoriamo purtroppo chi l’ha tradotto la prima volta).
Anche per i fan più appassionati dell’opera christiana, Miss Marple nei Caraibi sembrerà un unicum. La scrittrice inglese ha fatto conoscere ai suoi lettori queste mete esotiche solo con la mediazione dei baffi di Hercule Poirot. E infatti, come fa notare John Curran nel suo studio sui taccuini di Agatha Christie, l’idea di avere il belga dalla testa d’uovo a passeggio sulle isole dei Caraibi era la sua trovata iniziale.
La Christie era andata in vacanza alle Barbados nel 1964 (evento di cui non parla nella sua autobiografia, né vi è traccia in altre biografie. Unico accenno al viaggio in questione è fornito da Curran, di cui non dubitiamo), proprio quando era più vicina per età al personaggio di Miss Marple. Così decide di regalare una bella vacanza anche alla vecchietta di St. Mary Mead.
Nel romanzo, infatti, Miss Marple trascorre un periodo di villeggiatura sull’isola di St. Honoré – luogo fittizio ispirato all’isola di Santa Lucia – gentile dono del nipote Raymond West (un Grady Fletcher ante litteram). Il viaggio non le reca troppo disagio, sa che del suo cottage si prenderà cura un amico e collega del nipote, quello che la disturba è la noia che le dà stare in un luogo chiuso e allo stesso tempo fuori dal tempo.
Questa sensazione di calma forzata permea tutto il romanzo, anche se il primo cadavere fa la sua comparsa già a pagina 24 (nella nostra edizione). Si tratta del maggiore Palgrave, uno di quei personaggi stile colonnello Mustard, un uomo che, come tanti altri, aveva prestato servizio in India e che non mancava mai di raccontare a chiunque gli capitasse a tiro le storie delle sue avventure passate, compresa quella sul suo occhio di vetro.
Ma di un’altra storia stava raccontando a Miss Marple, una storia su un omicida e una strana fotografia, quando all’improvviso si è interrotto e, in uno stato di agitazione malcelato, ha cambiato discorso. L’astuta vecchina non manca di notarlo e, quando il maggiore muore, apparentemente per la sua ipertensione, si domanda subito: ma sarà stata morte naturale? L’unico dettaglio sospetto che viene in mente a Miss Marple è che, alle sue spalle, nel momento in cui Palgrave le stava per mostrare quella fotografia, si stavano avvicinando alcuni ospiti del Grand Palm Hotel.
La fauna del resort caraibico comprende le persone che ci aspetteremmo di vedere in posti simili: la coppia che ha da poco preso in gestione la struttura, Tim e Molly Kendal, apparentemente inseparabili e con qualcosa che ricorda i proprietari di Monkswell Manor in Trappola per topi, due coppie di amici affiatati e amanti della natura, Gregory e Lucky Dyson e Edward ed Evelyn Hillingdon. Ci sono poi il canonico Jeremy Prescott e sua sorella Joan, dedita al pettegolezzo quando il fratello non è intorno a lei, e il multimiliardario Rafiel, con il suo entourage composto dalla signora Esther Walters e Jackson, il cameriere. Qua e là Christie fa un vivido ritratto dei suoi personaggi secondari, macchiette che donano colore al romanzo, pur non spiccando per il loro carattere: sono cuochi e personale dell’albergo di varia natura, come il maître italiano e il cameriere francese, la ragazza delle pulizie, la donna sudamericana dedita ai bagni di sole.
Più che in altri romanzi si nota, in Miss Marple nei Caraibi, che il fondale in cui si muovono i personaggi solo a prima vista sembra una scena bucolica, mentre, a uno sguardo più attento, è pieno di storture. È la stessa Miss Marple che, col tweed anche in spiaggia, continua a sentire la presenza di un’ombra sull’isola, un’ombra che provoca i brividi a lei e anche agli altri ospiti.
Sebbene non vengano raccontati i retroscena politici dell’isola, è possibile scovare alcuni dettagli che fanno riferimento agli avvenimenti storici: il fatto che uno dei due cuochi sia cubano evoca la rivoluzione di Cuba del 1959; la presenza massiccia di strutture ricettive su tutte le isole caraibiche preannunciano lo sfruttamento turistico di quei luoghi, sfruttamento che condannerà le popolazioni native a un lavoro subordinato al benessere di questi novelli colonizzatori.
In merito alla questione della rappresentazione dei nativi, Agatha Christie non empatizza troppo con queste popolazioni. Tuttavia, a differenza di alcuni romanzi scritti in gioventù, non calca troppo la mano con stereotipi consunti, anzi, li usa per sviare l’attenzione del lettore.
C’è anche una nota di passione. Il romanzo è disseminato di riferimenti più o meno espliciti al sesso (che per Miss Marple dovrebbe rimanere materia da non discutere ma da praticare, come durante la sua giovinezza): ci sono accenni a relazioni più o meno consensuali, a coppie non-convenzionali e all’omosessualità (nel romanzo gli omosessuali sono definiti queer, in italiano la scelta è caduta sull’infelice espressione «invertiti»), che non scandalizza per nulla Miss Marple. Il calore dei tropici scalda gli animi. Non soltanto quelli dei protagonisti ma anche quello della scrittrice, che sembra, proprio come in Corpi al sole, indulgere nelle descrizioni sull’aspetto fisico degli uomini e delle donne abbronzate dai raggi solari più di quanto sia solita fare.
Il mistero del romanzo, l’identità della persona colpevole e il modus operandi, non è difficile da scoprire per un occhio allenato. Come suggerisce la quarta di copertina, si tratta di una delle avventure più classiche di Agatha Christie, con un’insolita ambientazione tropicale.
Ci troverete in diretta sul nostro canale YouTube per discutere di Perché non l’hanno chiesto a Evans?, lettura condivisa con Chiara, Laura, Sara e tutti i membri del gruppo Telegram dedicato alla #ReadChristie2021. Per il mese di settembre, invece, ci aspetta una lettura che ha che fare con il mondo della scuola: insieme leggeremo Macabro quiz.
-Davide & Marco