I gialli della British Library: una nuova collana di Vallardi

Non è un mistero che, nella nostra onnivora voracità letteraria, il genere sia una delle nostre passioni. Siamo entusiasti perciò che la casa editrice Vallardi abbia da poco inaugurato una nuova collana dedicata ai classici del giallo inglese. I titoli che ne faranno parte sono stati scelti dalla British Library, che ai «Crime Classics» ha consacrato una storica serie dalle copertine inconfondibili. È da questa ricca collezione di «whodunit» che sono stati selezionati i gialli che verranno portati – o riportati, in alcuni casi – qui in Italia, tutti rigorosamente della Golden Age della detective fiction, un’epoca letteraria che abbiamo avuto modo di richiamare più e più volte su questi schermi, soprattutto in merito ad Agatha Christie… ma non solo. Perché oltre alla Regina del giallo è esistita una gran quantità di autori e autrici che in questo genere si sono cimentati e che sono riusciti a raggiungere anche un discreto successo se non di critica almeno di pubblico.

I primi due autori dei classici del giallo inglese della British Library pubblicati da Vallardi sono John Bude e Anthony Wynne, di cui possiamo leggere ora, rispettivamente, Delitto in Cornovaglia e L’assassinio di Lady Gregor. Il primo è stato tradotto da Alessandra Maestrini, il secondo da Gioia Sartori. Si tratta di due misteri perfettamente godibili che, pur non raggiungendo le vette machiavelliche dei grandi lumi del giallo inglese (Christie, Sayers, Allingham, per fare qualche cognome), sono capaci di viziare il lettore con delle atmosfere familiari e calde (a dispetto del clima inglese e scozzese).

I padri di questi due romanzi hanno tante cose in comune. Il fatto che firmino i propri libri con degli pseudonimi è solo la prima. Il vero nome di John Bude è Ernest Carpenter Elmore. Classe 1901, inglese fino al midollo, Ernest ha alle spalle studi nel mondo del teatro; non a caso diventa regista, produttore e attore teatrale. Come il suo collega, è stato uno scrittore assai prolifico e versatile. Ha scritto più di trenta storie gialle, in cui ricorrono personaggi come il sovrintendente Meredith, l’ispettore Sherwood e il reverendo Dodd. Ma nella sua lunga carriera si è occupato anche di romanzi fantasy e per bambini. E poi – da non scordare – è stato uno dei membri fondatori della Crime Writers’ Association (CWA), un’associazione fondata nel 1953 con lo scopo preciso di sostenere scrittori e scrittrici di gialli, di fiction e di non-fiction. Ernest si è occupato personalmente di uno dei primi eventi organizzati dalla CWA, la Crime Book Exhibition.

Anthony Wynne, il cui vero nome è Robert McNair Wilson, nasce a Glasgow nel 1882. Come Bude non nasce scrittore ma professionista teatrale, Wynne studia medicina e si specializza in cardiologia. È l’autore di più di quaranta gialli e una delle sue creature più interessanti è senza dubbio il dottor Eustace Hailey, un luminare nel campo delle malattie mentali cui talvolta capita anche di fare l’investigatore. Ma Wynne non scrive solo di misteri e omicidi, firma anche articoli e racconti per riviste e giornali, saggi storici e biografie – inclusa una su Napoleone, come ogni storico che si rispetti. Ha perfino scritto della narrativa con lo pseudonimo di Harry Colindale.

Delitto in Cornovaglia è il romanzo d’esordio di John Bude e viene pubblicato per la prima volta nel 1935. Il palcoscenico del mistero è un piccolo villaggio inglese come potrebbe esserlo St. Mary Mead, Boscawen… solo che si trova sulla costa della Cornovaglia. A sconvolgere la quiete del posto è l’omicidio di un magistrato e l’unico che può risolverlo è il reverendo Dodd, un vicario che ama leggere polizieschi davanti al camino e che ricorda un incrocio tra Miss Marple di Agatha Christie e Padre Brown di G. K. Chesterton.

L’assassinio di Lady Gregor, invece, precede di qualche anno il libro di Bude: per essere precisi è stato pubblicato nel 1931. Questa volta – con nostro sommo piacere, considerato quanto ci affascinano ambientazioni di questo tipo – teatro dell’omicidio è il castello di Duchlan, un massiccio complesso che fa parte di quel vistoso e affascinante numero di fortezze che punteggiano le higlhands scozzesi. Qui una donna della nobiltà locale, Mary Gregor, che tutti considerano una creatura di sani e solidi principi, viene assassinata mentre si trova da sola nella sua stanza. Con un’atmosfera che echeggia le storie più «gotiche» della Christie e un tocco accennato à la Castello di Otranto di Walpole, il libro di Wynne incarna l’emblema del romanzo a camera chiusa (per fortuna c’è Eustace Hailey a risolvere la situazione!). Se qualcuno non avesse idea di cosa significasse di preciso, o quali sono le sue caratteristiche ricorrenti, questo è il libro giusto per scoprirlo.

I romanzi di questi due scrittori fanno parte di una lunga lista di storie che sono proliferate negli anni della Golden Age della detective fiction, molte delle quali ingiustamente dimenticate. Hanno dettato gli stilemi di un nuovo modo di raccontare le passioni umane, gli omicidi e la società inglese tutta. Sono stati sicuramente fonte di ispirazione per tanti e tante che sono venuti dopo, e vanno valutati con lo sguardo di un lettore dell’epoca, che si trova davanti qualcosa di nuovo e sconvolgente. Una generazione di persone – ma anche più di una – che, ed è proprio il caso di dirlo, hanno saputo intrattenere una nazione, lacerata da divisioni che ancora oggi sembrano insanabili.

-Davide

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