Il mondo degli audiolibri è stato di recente scosso da una piccola rivoluzione. Emons edizioni ha creato un marchio dedicato interamente alla letteratura per ragazzi, emons!raga. E la prima avventura di questa nuova attività editoriale è stata la pubblicazione di una serie di libri interattivi – non mi viene in mente una definizione migliore – che si propongono di far riscoprire ai ragazzi la storia dell’arte tra XIV e XVI secolo.
I volumi della serie I misteri di Mercurio sono contraddistinti da una cura particolare per l’aspetto editoriale. La copertina cartonata e gli interni dei romanzi – al momento due, La tempesta e Il prigioniero nella pietra – sono accompagnati dalle meravigliose illustrazioni di Kalina Muhova, una giovanissima disegnatrice, classe 1993, di origini bulgare che ha già collaborato con la casa editrice Tunué (Sofia dell’oceano, 2018; Il Balcone, 2019) e con Canicola (Diana sottosopra, 2019). Oltre alle illustrazioni la storia è accompagnata dall’audiolibro, che si può scaricare tranquillamente sulla app di emons, e da alcuni QR code che si alternano alla narrazione e che rimandano a contenuti speciali extra.
Ad affiancare il lavoro di Kalina nel primo volume è Pier Domenico Baccalario, notaio mancato, prolifico scrittore, autore delle storie firmate con lo pseudonimo di Ulysses Moore (pubblicate qui in Italia da Piemme ma tradotte all’estero in 27 lingue).
I protagonisti di queste avventure son tre ragazzi, Nina, Lori e Jamal. È Nina a trascinare gli amici nella missione impossibile datagli da Mercurio, un enigmatico signore che vive in cima a una torre a Firenze: svelare i misteri dell’arte. Così una sera si ritrovano a Palazzo Pitti, di fronte a un quadro di Giorgione e… catapultati nel passato iniziano le loro peripezie. E nella prima storia. La tempesta, i tre devono ritrovare proprio il celebre pittore veneziano, scomparso dalla casa di famiglia di Castelfranco, lasciandosi dietro una preoccupata Tecla e un bramoso parón Vendramin. Il loro destino è di addentrarsi nella campagna veneta circostante e risolvere il mistero, guidati dagli indizi di Mercurio, che nel frattempo si è trasformato in un merlo.
Nina aguzzò la vista. Erano abiti. Camicie, pantaloni, anche qualche giacca dall’aspetto ruvido e consunto, perlopiù costellati da macchie di colore indefinito, come sul grembiule di un cuoco. E a proposito di abiti, i suoi erano spariti. Indossava una camicia bianca dal colletto alto, serrata dentro un bustino scuro che le stringeva i fianchi e si allacciava a una gonna lunga, formata da diversi strati di panno morbido, ognuno di diverso colore.
Nina deglutì amaro.
In che cavolo di epoca era finita?
A leggere (o ascoltare) il libro sembra quasi di ritrovarsi di fronte ai quadri del pittore. La curiosità ti spinge subito a cercare su internet le tele citate, per farti un’idea e per guardare la scena insieme a Nina, Lori e Jamal. Così quando viene citata la Tempesta di Giorgione, il mouse scorre rapido verso la pagina di Google e le mani si affrettano a comporre le parole sul motore di ricerca. Questo prova che il libro – e vale per i ragazzi cui è destinato ma anche per lettori più maturi, magari più arrugginiti in fatto d’arte, come noi – sa parlare a un pubblico ampio, a tutte le età.
La tempesta è una storia leggera e divertente, sa intrattenere e ti lascia anche quel qualcosa in più, che spesso ci spinge a leggere un libro, e l’esperimento portato avanti da emons edizioni, di una collana nuova, dinamica e fresca, si merita un bel dieci e lode!
-Davide