Il Mare Senza Stelle di Erin Morgenstern

Una delle novità editoriali fantasy più chiacchierate dell’estate è indubbiamente Il Mare Senza Stelle di Erin Morgenstern. Il volume è stato pubblicato da Fazi nella traduzione di Donatella Rizzati ma all’attivo l’autrice e artista multimediale americana ha già un altro romanzo, Il Circo della Notte (pubblicato per BUR Rizzoli qui in Italia).

Il Mare Senza Stelle si sposta su tre piani narrativi diversi ed è una vera propria matrioska, dove ciascuna storia è contenuta dentro l’altra. I tre piani un punto in comune ce l’hanno, ed è proprio quel mare che dà il titolo al romanzo e che ritorna ciclicamente, anche solo con il suo sciabordare di acque di miele. Il piano centrale è dedicato alle avventure di uno studente universitario del New England, Zachary Rawlins, che, attratto da un vecchio libro trovato nella biblioteca universitaria, si trova a dover affrontare una cerca per proteggere la Baia che proprio su quel mare  si affaccia. Una storia dall’intreccio complicato che ruota attorno al significato di Tempo e Fato.

Il libro della Morgenstern ricalca i temi classici delle trame fantasy. In questo senso non brilla particolarmente per originalità. Ci sono delle porte magiche che solo chi sa guardare con attenzione è capace di individuare e che consentono di viaggiare in un mondo diverso, sovrapponibile a quello esistente. Un chiaro richiamo, o un omaggio se vogliamo, alla tradizione cui si rifanno libri come Narnia, peraltro citato nel volume, Deathgate o altri, dove la chiave di contatto tra realtà e universo fantastico risiede in oggetti comuni dotati di poteri magici come porte o armadi.

La porta è situata n fondo alla viuzza, in una parte un po’ buia, nascosta dal sole, eppure i suoi colori sono intensi, alcuni dei pigmenti sono metallici. Più delicata della maggior parte dei graffiti che il bambino ha già visto. Dipinta in uno stile che lui sa ha un raffinato nome francese, qualcosa che implica ingannare lo sguardo, ma in quel momento non riesce a ricordarlo.

È scolpita – no, dipinta – con motivi geometrici a spigoli vivi che ne avvolgono i bordi creando profondità là dove c’è soltanto piattezza. Al centro, nel punto in cui dovrebbe trovarsi uno spioncino e disegnata con lo stesso stile realistico delle incisioni dipinte, c’è un’ape. Sotto l’ape c’è una chiave. Sotto la chiave c’è una spada.

Zachary Rawlins è un personaggio che, almeno all’inizio, fa fatica a ingranare, un crociato della pagina stampata ma allo stesso tempo studente universitario di Nuovi media. Tutto quello che fa sembra contraddire il suo percorso, e l’avversione per la televisione e gli schermi sono un po’ troppo marcati, quasi fastidiosi. Anche se forse l’elemento contraddittorio è quello verso cui ci si può immedesimare meglio, considerando la natura umana e la sua incoerenza.

Nel libro c’è un sovrappiù di citazioni e riferimenti alla letteratura fantastica e non, che tendono a mascherare la storia e donargli una patina nostalgica che fa bene quando è in piccole quantità. Da Chandler a Salinger, da Zafón alla Waters, passando per balli in maschera a tema letterario… ce n’è per tutti i gusti.

L’aspetto veramente originale e interessante di Il Mare Senza Stelle risiede nel modo in cui il lettore si può approcciare alla lettura. Per certi versi ricorda un po’ i librogame, quelle storie in cui era il lettore, con le sue particolari scelte a costruire il percorso narrativo che più preferiva. Ma il libro della Morgenstern non si affida interamente a questo schema, difficile da realizzare in modo efficace, e costruisce un mondo letterario che si muove su più piani narrativi – quelli di cui parlavamo prima – e che basa la sua architettura sul simbolo. O meglio su un sistema di simboli nuovi, originali, che non si ispirano a quelli che si potrebbero trovare nelle mitologie cui spesso attingono le storie che tanto amiamo (dalla mitologia norrena a quella cattolica). Così ci troviamo di fronte a un mare fatto di miele, a porte che non rispondono a nessuna ragione fisica, ad api, spade e chiavi il cui significato reale non viene mai spiegato al lettore. Proprio al lettore viene chiesto il massimo sforzo nel contesto di quel famoso patto d’incredulità che tirano spesso in ballo corsi e scuole di scrittura.

Il Mare Senza Stelle è uno di quei libri che, nella sua riproposizione di temi classici e predigeriti, osa di più dove è più difficile dare libero spazio all’immaginazione. Un miscuglio di tradizione fantasy e schemi che tentano di andare oltre e di regalare al lettore qualcosa di nuovo.

-Davide

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