Good Omens di Terry Pratchett e Neil Gaiman: quando il talento si fa in quattro (mani)

Di Good Omens se n’è parlato tanto ultimamente. Sia tra i lettori voraci, sia tra gli appassionati di serie tv. Tra i primi soprattutto per la nuova edizione del romanzo, pubblicata nella collana Oscar Fantastica di Mondadori nella traduzione di L. Fusari e accompagnata dalla nuova copertina e dal nuovo titolo (nuovo è la parola chiave). Tra gli appassionati di serie, invece, se n’è parlato fondamentalmente per due motivi. Il primo è l’uscita sulla piattaforma di streaming di Amazon Online della serie tv, con due interpreti d’eccezioni quali David Tennant e Michael Sheen. Il secondo è la reazione confusa di un’organizzazione cattolica che, sentendosi in qualche modo urtata dalla serie, ha fatto una petizione perché venisse rimossa. A Netflix. Da qui la confusione.

Il romanzo è stato scritto a quattro mani da Terry Pratchett, scomparso purtroppo nel 2015, e Neil Gaiman. I due sono icone della letteratura di genere britannica e non hanno bisogno di ulteriori presentazioni. La prima pubblicazione risale al 1990, qui in Italia  il libro venne stampato col titolo Buona apocalisse a tutti!. Con l’uscita della serie tv la casa editrice Mondadori ha scelto non solo di rinnovare la copertina, con l’immagine dei due attori protagonisti seduti su una Terra in conflitto, ma di tornare anche al titolo originale inglese, senza tradurlo. La motivazione è probabilmente parallela alla scelta di modificare la copertina.

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La serie tv è disponibile su Prime VIdeo

Secondo il libro «Le belle e accurate profezie di Agnes Nutter, strega» scritto dalla stessa Agnes nel 1655, il mondo è agli sgoccioli. Le armate celesti e le schiere infernali si stanno preparando per la battaglia finale, l’Armageddon, e l’Anticristo è salito sulla Terra. Due agenti dei due eserciti però, l’angelo Azraphel e il demone Crowley, proprio non ci stanno. In missione sulla Terra dal 4004 a.C., ci si sono affezionati, al nostro pianeta. Così inizia una serie di strampalate avventure per evitare l’inevitabile, partendo da un inconsapevole scambio di neonati al convento delle Suore dell’Ordine delle Chiacchierone –ma quanto ci piacciono?– fino all’arrivo dei nostri eroi a Tadfield, in Gran Bretagna.

Il titolo, Good Omens, fa riferimento alle profezie di Agnes Nutter. Omen è auspicio, presagio, una previsione del futuro che può essere positiva o negativa. E sarà proprio il libro di Agnes a fare da guida alla perfetta risoluzione dell’Apocalisse per Azraphel, Crowley, Newton Pulsifer e Anatema Device. Un gruppetto di persone che poco hanno in comune se non delle oscure parole vergate dalla penna di una strega del XVII secolo.

Il romanzo è esilarante e i due scrittori sono geniali, ma l’apice dell’umorismo lo si raggiunge indiscutibilmente nelle note a fondo del testo. Queste appendici, a questioni già improbabili, forniscono spiegazioni al limite dell’assurdo, ma perfettamente incastrate e coerenti col resto dello spassosissimo tessuto narrativo. Anche per questo, chi ha visto soltanto la serie, dovrebbe leggere il libro. Molte delle note, per una semplice questione di tempo e di mezzo diverso, non sono state contemplate e di conseguenza trasposte. Una fra tutte, la storia dell’Ordine delle Chiacchierone.

(…) La leggenda narra che Beryl fosse una giovane donna offerta in moglie a un pagano contro la sua volontà, il Principe Casimiro. La prima notte di nozze, Beryl pregò il Signore di intervenire, chiedendo umilmente che sul viso le apparisse una barba miracolosa, eventualità per la quale già teneva in serbo un piccolo rasoio d’avorio, di quelli che s’addicono a una ragazza; il Signore concesse invece a Beryl la miracolosa capacità di chiacchierare senza sosta di qualsiasi cosa le passasse per la testa, anche se priva di un filo logico, senza il bisogno di pause per prendere fiato o per nutrirsi.

(…)

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Terry Pratchett e Neil Gaiman

Ma Good Omens non è solo umorismo e sottile ironia. Ci sono una quantità inverosimile di riferimenti alla cultura pop – e molti probabilmente li avrò anche persi – dalla musica alla letteratura, un vero e proprio tripudio festoso di citazioni che non stanno sterilmente lì sulla pagina a fissarti bensì dialogano attivamente col resto del testo e della storia.

Good Omens è, in definitiva, una riscrittura di una delle storie più vecchie del mondo, quella della fine del mondo, la cavalcata dei quattro cavalieri (ah, Pestilenza è andato in pensione e ora c’è Inquinamento a farne le veci) e tutto il concerto apocalittico di disastri e calamità che ne conseguono. Una riscrittura che però non comporta una netta distinzione fra bene e male, non esiste un confine netto tra le due parti. In questo senso è molto più reale e veritiera di qualsiasi libro di ‘pura narrativa’ si possa mai leggere.

-Davide

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