#ReadChristie2019: La casa dei sogni

Quinto mese dell’anno, quinta tappa della #ReadChristie2019, la reading challenge a tema Agatha Christie che ci accompagnerà per tutto questo 2019. Se nelle altre tappe abbiamo dato  la precedenza a romanzi e a personaggi più conosciuti, questa volta, con il monito di leggere una raccolta di racconti, ci siamo spinti su sentieri non tanto conosciuti.

Scegliere una raccolta di racconti tra le tante scritte dalla Christie è stata una decisione ardua, basti pensare che la forma racconto era molto cara alla scrittrice inglese, tanto che ogni suo personaggio è apparso almeno in un racconto, mentre solo alcuni hanno trovato spazio nei romanzi. Proprio per celebrare questa forma, e per far conoscere un volto meno conosciuto della Christie, abbiamo deciso di leggere una raccolta pubblicata postuma, La casa dei sogni, che in inglese si intitola While the Light Lasts.

prime copertine
Prima copertina UK e prima copertina italiana

In entrambi i casi la raccolta prende il titolo da uno dei racconti presenti al suo interno (nel primo caso, La casa dei sogni, nel secondo, Fintanto che la luce dura). Racconti che in questa edizione sono tradotti da Grazia Maria Griffini e accompagnati da un’introduzione e da considerazioni finali firmate da Tony Medawar, uno dei più grandi conoscitori dell’opus di Agatha Christie.

Sono arrivato a questa raccolta di racconti per caso, in un mercatino dell’usato. E proprio questa atmosfera di incontro fatidico, di mistero, pervade la maggior parte dei racconti, dei quali riporto i titoli qui sotto:

  • La casa dei sogni (The House of Dreams)
  • L’attrice (The Actress)
  • Il limite (The Edge)
  • L’avventura di Natale (The Theft of the Royal Ruby)
  • Il dio solitario (The Lonely God)
  • L’oro di Manx (Manx Gold)
  • Entro il muro (Within a Wall)
  • Il mistero della cassapanca di Baghdad (The Mystery of the Baghdad Chest)
  • Fintanto che la luce dura (While the Light Lasts)

Come tanti altri racconti di Agatha Christie, anche questi apparvero negli anni ’20 e ’30 all’interno di magazine e giornali. Era infatti consuetudine all’epoca pubblicare racconti (o anche interi romanzi) a puntate, per poi raccogliere le storie in una versione completa all’interno di un libro soltanto più tardi, in una seconda fase. Quasi tutti questi racconti venivano pubblicizzati moltissimo, pagati altrettanto profumatamente e pubblicati con illustrazioni di questa o quella firma del momento, a volte addirittura non accreditate.

Il volume in questione però, vede la luce moltissimi anni dopo la pubblicazione dei singoli racconti. Viene infatti dato alle stampe, nel Regno Unito, nel 1997, per arrivare poi in Italia l’anno successivo. Agatha Christie era ormai morta da vent’anni o giù di lì, ma il suo nome e le sue opere non sarebbero stati dimenticati.

Tony Medawar nel commentare questi racconti offre uno scorcio del significato letterario (nell’anticipare alcuni temi, nel processo di scrittura che Christie utilizzava, come quello di riutilizzare o manipolare trame a lei congeniali) e personale (spesso citando le opinioni della scrittrice stessa) che questi portano con sé.

Il racconto che dà il titolo alla raccolta, La casa dei sogni, è una versione riveduta di The House of Beauty, uno dei primi testi che Christie scrisse prima della Grande guerra, il primo che “abbia mostrato qualche segno promettente“. Tony Medawar ci fa anche notare come il racconto originario fosse oscuro, dai toni eccessivamente morbosi, mentre questa versione si avvicina allo stile e ai temi di E. F. Benson, celebre scrittore edwardiano, reso dalla coppia di personaggi Mapp & Lucia. Le tematiche sopracitate ritornano anche in un altro racconto, Il richiamo delle ali, che rievoca quelle opere mistiche e paranormali simili a Il Grande Dio Pan e ai sentieri percorsi da H.P. Lovecraft e da Henry James. Tony Medawar racconta anche del rapporto tra la Christie e il mentore Eden Phillpotts, celebre romanziere e amico di famiglia, che la spronò sempre a coltivare la passione per la scrittura.

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Negli altri racconti si trovano atmosfere più famigliari, pur con un pizzico di brivido. Ne L’attrice, in particolare, è presente uno stratagemma che riesce molto bene alla Christie. La manipolazione della trama e del punto di vista per portare al lettore qualcosa di nuovo e intrigante. Come al solito, ci riesce benissimo. Questo racconto inoltre serve a ricordare che Agatha Christie è stata una delle più grandi commediografe inglesi.

Il terzo racconto, Il Limite, venne pubblicato su un giornale nel febbraio 1927 , accompagnato da un commento editoriale allusivo: “Scritto appena prima della recente malattia e misteriosa scomparsa di questa autrice“. Di questo abbiamo parlato molto qui e qui, quindi vi rimandiamo agli articoli in questione per evitare troppe ripetizioni. In questo racconto iniziamo a vedere un pattern: laddove mancano i monumentali Poirot e Miss Marple, Agatha Christie riesce a dare il meglio, esattamente come faceva a teatro (dove più di una volta si è vista costretta a cancellare i due personaggi, perché troppo ingombranti).

Parlando proprio di Poirot, il detective fa capolino in due racconti: L’avventura di Natale e Il mistero della cassapanca di Baghdad. Si trattano di due versioni diverse dei più famosi Il caso del dolce di Natale e Il mistero della cassapanca spagnola. Il primo venne pubblicato nel 1923 come ultimo della seconda serie di racconti apparsi sotto il titolo di The Grey Cells of M. Poirot. In questo racconto, come poi nella versione più lunga, Christie rievoca le atmosfere dei pranzi di Natale della sua infanzia, trascorsi ad Abney Hall, la dimora dove vivevano la sorella Madge e il marito, James Watt.

Il secondo racconto invece, venne pubblicato per la prima volta sullo Strand Magazine, nel gennaio del 1932. La narrazione è in terza persona ma non compare l’amato Hastings, il compagno di avventure del Detective belga.

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L’oro di Manx e La caccia al tesoro sono diventati dei francobolli.

L’intruso della raccolta è L’oro di Manx. Nell’inverno del 1929, il consigliere comunale Arthur B. Crookall ebbe un’idea originale. Era presidente del Jue Effort, un comitato di promozione del turismo sull’isola di Man. La sua idea fu di organizzare una caccia al tesoro ispirata alle leggende dei contrabbandieri e al loro bottino. Ci sarebbe stato un vero tesoro, veri indizi. Mr Crookall quindi chiese ad Agatha Christie, dopo l’approvazione da parte del comitato intero,  di scrivere il racconto a partire dal quale si sarebbe svolta la caccia al tesoro. E strano a dirsi la Christie accettò senza remore. Si recò in visita sull’isola alla fine dell’aprile 1930, discusse insieme a Crookall e da questa discussione nacque il racconto che si trova all’interno di questa raccolta. Il premio per chi avrebbe vinto la caccia era di cento sterline (che con l’inflazione ammonterebbero a più di tremila sterline odierne, intorno ai cinquemila euro). Decisamente un divertissement (Agatha si fece pagare soltanto sessanta sterline, una cifra più che modica per un’autrice così famosa).

L’ultimo racconto della raccolta, Fintanto che la luce dura, venne pubblicato per la prima volta nell’aprile del 1924. Ispirata a un’opera di Tennyson, la trama di questo racconto verrà poi riutilizzata da Christie, pardon, da Mary Westmacott ne Il pane del gigante (Giant’s Bread), conosciuto come Nell e Jane. Questi romanzi rappresentano uno spiraglio sulla vita privata di Agatha Christie, una sorta di autobiografia parallela.

Non ci sono grossi spoiler, tranquilli, solo qualche retroscena. La prossima tappa, quella di giugno, prevede la lettura di una storia ambientata fuori dal Regno Unito.  Alla prossima!

-Marco

 

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