Magia nera di Loredana Lipperini: intervista all’autrice

Il giro di interviste al Salone del Libro di Torino non è ancora finito ma prima di tuffarci nel vortice delle giornate frenetiche in fiera abbiamo avuto il piacere di fare qualche domanda –tramite mezzo virtuale- a Loredana Lipperini, che ha pubblicato per Bompiani una fulminante raccolta di racconti dall’evocativo titolo Magia nera.

La raccolta è divisa in quattro sezioni distinte, ciascuna dedicata a un tema diverso. Ma sarebbe più corretto dire a un tipo di personaggio diverso, in triplette di racconti dalla prosa ricca e pulita. I protagonisti di queste storie? Le donne. Donne spezzate, donne in cerca di vendetta, donne innamorate, donne ossessionate, donne le cui emozioni straripano dalla pagina per travolgere il lettore. Il tutto all’insegna del genere (ma esiste poi, il genere?), dal fantastico all’orrore, con tutte le sfumature che si celano in mezzo a questo grande calderone. Nelle parole dell’autrice, le donne protagoniste di queste brevi storie sono «donne comuni, quasi invisibili, che si trovano davanti a una scelta». Una scelta che si esprime con grande efficacia nel contesto della letteratura fantastica quando «l’intervento dell’irreale ci costringe davanti a un bivio» recando con sé un «imperativo morale.»

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Loredana Lipperini a Scrittura Festival. Foto di Marco Parollo.

I racconti sono nati in periodi diversi. Alcuni risalgono a un passato più distante, altri sono stati scritti con l’eteronimo dell’autrice, Lara Manni, mentre altri ancora sono molto più recenti. Una pubblicazione variegata unita dal fil rouge della scelta, ma anche da quello musicale. Molto spesso la narrazione è inframmezzata da riferimenti e citazioni a canzoni, che fanno da perfetta colonna sonora al vorticare di emozioni che si rincorrono burrascosamente tra le pagine. Giustamente l’autrice sostiene che l’uomo è fatto di suoni e che anche «i racconti sono fatti di questo, così come sono fatti da oggetti che le mie protagoniste si trovano fra le mani e spesso sono portatori di magia.» Le parole dei racconti scorrono così rapide e leggere, in un tutt’uno armonico dal suono uniforme, quello che suona più giusto all’orecchio del lettore.

Alla domanda bifronte quale fosse il racconto che è stato più difficile scrivere e quale più piacevole la risposta è stata altrettanto duplice. Da un lato Rosa Virgo, una storia complessa, ispirata a una storia vera, che gioca con il controspionaggio inglese durante la seconda guerra mondiale. Dall’altro Rosabelle, rispondi l’ultimo racconto che Lipperini ha scritto in ordine cronologico. Un racconto che è venuto spontaneo dopo una chiacchierata con Mariano Tomatis, narratore di illusioni che qui a Torino fa parte del Circolo Amici della Magia, molto attivo in città. Rosabelle, rispondi è un racconto tributo alla figura di Houdini e di Minerva, rivale del famoso illusionista che fu bersaglio di un sabotaggio dal risultato potenzialmente molto pericoloso.

Sul fantastico e su un certo snobismo letterario che ancora esiste nella cultura italiana nei confronti di un modo diverso di fare storytelling Lipperini si esprime con poche parole semplici ed efficaci, evocando anche un autore molto amato, Dino Buzzati «Lo snobismo di cui parlate esiste, ma è semmai nei confronti del non-realismo, considerato inaccettabile a dispetto non solo delle sempre maggiori ibridazioni reale-non reale che avvengono soprattutto in altri paesi, ma anche della nostra stessa storia letteraria. Basti pensare a Dino Buzzati.» E il fantastico è un genere che anche all’autrice sta particolarmente a cuore. Uno dei libri che più le è rimasto dentro, perfetto esempio di come talvolta il fantastico prenda spunto dal folkore, è la trilogia di Non mi uccidere di Chiara Palazzolo, che ha lavorato su Storia notturna di Carlo Ginzburg e sui benandanti.

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Loredana Lipperini insieme a Matt Salinger al Salone Internazionale del Libro di Torino

Ma quello che comunemente viene indicato come genere ha avuto un ruolo determinante anche nella sua formazione culturale, sin da bambina. Ci sono le fiabe dei Grimm –che ha letto all’età di otto anni nella versione integrale– ci sono Stephen King, Ursula Le Guin, Tolkien e Martin. Autori che hanno un’importanza di dimensioni epiche nella cultura e nel mondo della letteratura. Poi, ovviamente, non si vive di solo fantastico. In questo si dimostra poliedrica quanto la sua esperienza professionale, da scrittrice a giornalista in radio, da lettrice a elegante moderatrice di eventi culturali (lo abbiamo visto di persona durante gli eventi di questa edizione del Salone del Libro, soprattutto nella chiacchierata con Matt Salinger). «Sono le nostre vite che influenzano la scrittura, qualunque sia la nostra professione, direi. »

Loredana Lipperini è un’autrice che è un vero piacere conoscere, sulla carta e di persona. Tanto che siamo ancora frastornati dall’esperienza del Salone e di come abbiamo ricevuto il dono di un autografo sulla nostra copia di Magia nera. Una raccolta di racconti sulle relazioni umane e su donne comuni, relazioni che l’autrice è capace di narrare con grande precisione e freschezza. «La letteratura racconta esattamente questo: i rapporti umani e le emozioni umane, qualunque sia il genere che sceglie per farlo».

-Davide & Marco

3 pensieri su “Magia nera di Loredana Lipperini: intervista all’autrice

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