La bella morte di Mathieu Bablet

I libri ci piacciono in tutte le loro forme. Ci piace la narrativa, ci piacciono il genere e la saggistica, e ci piacciono anche i graphic novel.  Uno degli ultimi albi che mi è capitato tra le mani è La bella morte, di Mathieu Bablet, pubblicato da Mondadori nella collana Oscar Ink. Il libro in questione non è altro che la storia con la quale, nel 2011, Bablet ha esordito la sua produzione da fumettista.

La storia è molto semplice. Ci troviamo in uno scenario post-apocalittico, la Terra ha subito l’invasione di alieni insettoidi -chi detesta gli insetti alzi la mano- che hanno portato al quasi totale annientamento del genere umano. In questo ambiente devastato si muovono tre personaggi, che possiamo ragionevolmente ritenere gli ultimi superstiti, tre uomini con esperienze e speranze sul futuro molto diverse. Un’istantanea che più statica di così non potrebbe essere ma le cose sono destinate a mutare rapidamente. Tra gli insetti c’è del fermento e una creatura apparentemente umana scopre le sue carte…

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Insomma, gli elementi per una bella storia di fantascienza sono tutti lì. I disegni, con quel tanto di disturbante che riflette la natura di un mondo morente, rappresentano bene i tormenti interiori dei personaggi, il loro tentativo di costruire una vita che abbia almeno una parvenza di normalità, la speranza di riuscire a cambiare il mondo, anche con il sacrificio estremo, la bella morte. I colori dalle tinte cupe e crepuscolari esprimono bene la condizione di un mondo al tramonto e la grigia volontà degli insetti, una coscienza collettiva che risponde ottusamente agli ordini della Regina. E poi, a coronare il quadro è l’atemporalità della vicenda. La dimensione temporale sfugge all’uomo, d’altronde è una Terra post-vita, almeno come la conosciamo, a che pro misurare o tenere conto del tempo?

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Cos’è la bella morte? È una domanda a cui è difficile dare una risposta soddisfacente. Significa perire con uno scopo, uno scopo più alto che va a servire un “bene superiore”. Tuttavia, oltre a questa dimensione pubblica ha un aspetto privato e intimo, perché la bella morte deve donare un senso di completezza alla tua esistenza come individuo singolo ben distinto dalla massa.

A leggere La bella morte viene da pensare e riflettere su cosa stiamo facendo per generare un impatto sul futuro nostro e delle persone che ci circondano. Stiamo davvero lasciando un segno? O siamo solo delle tracce sulla sabbia destinate a essere cancellate dalla schiuma delle onde? Questo graphic novel è un viaggio nella disperazione umana con quel tanto di guizzo di speranza finale che tanto ostinatamente ci contraddistingue come specie e ci contrassegna come inguaribili sognatori.

-Davide

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