La notte degli Oscar 2018: il resoconto

E siamo arrivati alla novantesima edizione degli Academy Awards. Dalla prima cerimonia, quella del 16 maggio 1929, di tempo ne è passato e molte cose sembrano essere cambiate da allora.

Dopo le polemiche legate alla scorsa edizione, che ha visto Moonlight strappare la vittoria al favorito di turno, La La Land (sconfitta assolutamente meritata a mio avviso), quest’anno, per chi è riuscito a giostrarsela con la maratona Mentana (sorvoliamo sul risultato delle elezioni), si è svolta una cerimonia un po’ sotto tono, guidata dalla tiepida presentazione di Jimmy Kimmel.

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La finta premiazione di La La Land della scorsa edizione.

Le statuette dorate dalle fattezze di Oscar, lo zio di Margaret Herrick (almeno secondo una delle teorie che girano sull’origine del nome del celebre riconoscimento), sono passate dalle mani dei presentatori a quelle dei vincitori.

Il miglior presentatore della serata, ma è un mio personalissimo parere, è stato BB8, che ha annunciato i candidati e i vincitori del Miglior corto animato e Miglior film d’animazione. Quest’ultimo è stata una grande delusione perché Coco, pur essendo un film molto bello, si trova venti gradini sotto Loving Vincent, un meraviglioso capolavoro che vi consiglio assolutamente di andare a vedere, se non doveste conoscerlo. Cosa dimentico? Ah, sì, al fianco di BB8 c’erano anche Oscar Isaac, Mark Hamill, and Kelly Marie Trant. Dettagli.

90th Annual Academy Awards - Show

Un’altra grande delusione, sempre dal nome Coco, è stata la vittoria della canzone Remember Me. Anche qui, una canzone molto bella ma che impallidisce di fronte alle rivali (Sufjan Stevens e Mary J. Blige si staranno ancora domandando che diavolo sia successo). Qualcosa di davvero inspiegabile.

Ma ci sono state anche tante piacevoli sorprese. Chiamami col tuo nome ha vinto una meritatissima Migliore sceneggiatura non originale, con James Ivory che, sul palco, ha ringraziato anche l’autore dal quale è stato tratto il romanzo, André Aciman. Dall’altro lato c’è un’altra vittoria che mi ha entusiasmato moltissimo, sto parlando di Get Out che si è accaparrato la Miglior sceneggiatura originale. Che bello veder trionfare un film di genere e forse l’unico realmente originale tra i candidati, insieme a Tre manifesti.

Meritatissimi, e anche un po’ scontati, gli Oscar a Miglior attrice e Miglior attore protagonista. Devo dire però che il discorso di Frances McDormand mi è parso un po’ confuso, soprattutto in chiusura quando ha fatto riferimento agli inclusion rider.

TOPSHOT-US-OSCARS-SHOW

La delusione, quella più grande, è stato veder trionfare come Miglior film La forma dell’acqua, di Guillermo Del Toro. Un film che pecca di originalità, un collage di tanti altri film già visti che sembra avercela fatta solo per il nome di chi c’è dietro. L’avesse fatto qualcun altro dubito che sarebbe stato preso in considerazione. Con Marco sono giunto a ribattezzarlo Fifty Shades of Fish, ovvero quello che in fondo poi è.

Come dicevo, anche quest’anno è stato un alternarsi di sorprese e delusioni ma in definitiva, la cerimonia non ha fallito nel suo scopo principale, quello di intrattenere. E, in questa particolare ricorrenza, anche di distogliere la mente da foschi pensieri riguardanti il futuro.

-Davide

14 pensieri su “La notte degli Oscar 2018: il resoconto

  1. Sabri

    Sono d’accordo con quasi tutto quello che hai detto. La vittoria di sto film sul pesce sia per la regia che come miglior film mi ha irritato tanto quanto la vittoria della sceneggiatura di La La Land l’anno scorso (film di cui personalmente non capisco l’entusiasmo… io sono uscita dalla sala quasi arrabbiata dalla banalità del prodotto e dagli errori nello script). Anche The Shape of Water non mi è parso davvero nulla di originale, anche se trovo che il premio per la scenografia sia meritato. Quest’anno credevo che almeno il mio amato Martin McDonagh, il mio Dio e punto di riferimento per la sceneggiatrice che vorrei diventare un giorno, avrebbe ricevuto la statuetta per miglior sceneggiatura. Non posso ancora esprimermi, visto che Get Out è l’unico film che non ho visto… spero che non deluda le mie aspettative, a questo punto! Mi fido del tuo giudizio. Per il resto… non sono affatto d’accordo sul migliore attore protagonista. A fronte di un meraviglioso Gary Oldman c’era un Timothée Chalamet che… beh. Andiamo. A ventidue anni ha costruito un personaggio adolescente che incarna l’amore passionale e carnale (e omosessuale) di Call Me By Your Name con una naturalezza e una maturità che secondo me dovevano essere premiate senza pensarci due volte, perfino Day Lewis gli stava sotto. Detto questo… l’oscar alla miglior canzone è uno degli scandali maggiori. Sufjan Stevens era una spanna sopra gli altri, punto. In conclusione… due anni di fila che non apprezzo la serata degli Oscar, soprattutto per i premi ma anche per l’intrattenimento. Devo farmi una ragione per il fatto che è Hollywood e che purtroppo la politica è quella. Ma mi fa arrabbiare lo stesso.

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    1. Ti capisco benissimo. The Shape of Water e La La Land sono terribilmente banali. Su Timothée Chalamet mi trovi d’accordo, però sono contento per Gary Oldman, perché se lo meritava da tempo. Lasciamo perdere la canzone, erano tutte letteralmente migliori di quella di Coco, assurdo. Diciamo che è una serata in cui ci si diverte a criticare le scelte dell’Academy. 😂

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      1. Non l’ho trovato affatto banale e trovo che non abbia nulla a che vedere con la Bella e la Bestia. È più una favola mitologica calata dentro una realtà, quella della guerra fredda. Sono quindi contenta dei premi che ha ricevuto. È molto più complesso di quello che sembra. Per il filo nascosto sono d’accordo con te. Film assai interessante e pieno di fascino.

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        1. Sì, è uno dei tanti riferimenti. Neanche io l’ho visto, ma mi sono informato di cosa parlasse e Del Toro ne dà un’interpretazione più profonda, come di altri B-Movies. In the shape of water c’è anche King Kong. E anche riferimenti ad Orfeo, non a caso è il nome del cinema sopra il quale abita elisa.

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    1. Sabri

      Il filo nascosto è uno dei capolavori di quest’anno. Daniel Day Lewis è solo uno degli elementi che hanno fatto di quel film una meraviglia. Ma da Paul Thomas Anderson non mi aspettavo nulla di meno 🙂 The Shape of Water sfigurava di fronte alla complessità del suo, di Three Billboards e di Call me by your name

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  2. Non sono d’accordo sul giudizio che dai di The Shape of Water. Sì, ci Sini molti riferimenti a film vecchi, B-Movies, per lo più, ma sono reinterpretati in una nuova ottica, sicuramente più profonda. Inoltre, può anche non esserti piaciuto il film, ma obiettivamente non puoi dire che Del Toro non meritasse l’Oscar per la regia. Era il premio che meritava di più, assolutamente. Se non ti da fastidio lascerei la mia recensione del film, magari ti aiuterà a vedere ciò che gli altri hanno visto e tu no:https://mjpsreviews.wordpress.com/2018/02/28/la-forma-dellacqua-the-shape-of-water-recensione/

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    1. Guarda, ho visto tutti i film candidati agli Oscar e non ho trovato tutta questa profondità. I personaggi sono quasi macchiette sbiadite che si perdono sullo sfondo di una “storia d’amore” atipica. Qualcosa di profondo e interessante nella sua apparente semplicità è Chiamami col tuo nome, se non l’hai visto te lo consiglio. Non discuto sul premio alla regia di Del Toro, se leggi bene non ne parlo proprio. Comunque, ognuno è libero di pensarla come vuole, non siamo critici e conosciamo bene il giudizio non proprio meritocratico dell’Academy. Ciò detto, peace and love. 😉

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