Un po’ di tempo fa, ormai si parla di mesi, ho avuto la fortuna di vincere uno dei contest di Fazi, su Facebook. Così mi è arrivato, fresco fresco di stampa un libro, L’uomo che non fu giovedì, di Juan Esteban Constaín. Solo di recente, dopo aver sfoltito un po’ la monumentale e infinita lista di libri da leggere, sono riuscito a riprenderlo in mano. Il titolo rimanda al romanzo giallo L’uomo che fu giovedì, scritto da Gilbert Keith Chesterton, celebre scrittore, poeta e filosofo inglese, ma andiamo con ordine.
Juan Esteban Constaín è uno scrittore, professore e giornalista colombiano. Ha tradotto diversi testi dal greco e dal latino e con il romanzo in questione ha vinto il Premio Biblioteca de Narrativa Colombiana. In poco tempo è diventato uno degli scrittori più importanti del paese.
L’uomo che non fu giovedì è un romanzo che potremmo definire come giallo storico. Il protagonista, un professore di storia, si trova invischiato in una vicenda di scottante interesse per la Curia romana, la canonizzazione di G.K. Chesterton che, oltre ad essere uno scrittore di grande fama è stato un teologo convertitosi al cattolicesimo dopo un accidentato percorso spirituale. Lo storico, esperto di anglosassone, si trova così a vagliare documenti di primaria importanza che rivelerebbero i motivi fondamentali per i quali è bene santificare lo scrittore. Il tutto avviene sulla scia di un viaggio (metaforico) nel passato, rispolverando aneddoti della vita di Chesterton, entrato in contatto con personaggi che hanno fatto la storia quali Mussolini, papa Pio XI, Bernard Shaw e Sir Arthur Conan Doyle. Nel libro però troviamo anche riferimenti a personaggi che ci hanno fatto, e ci fanno tuttora, compagnia nella storia più recente, Bergoglio, Benedetto XVI e tanti altri.
La vicenda è narrata in prima persona dal protagonista. Non possiamo fare a meno di chiederci se questi non sia l’autore stesso e, con tutta probabilità, è proprio così. Si possono individuare tre piani narrativi che si rivelano essere, la storia di Chesterton e della sua misteriosa missione per la Chiesa cattolica, missione voluta fortemente da papa Pio XI, il tentativo di santificare Chesterton stesso, tentativo voluto da papa Giovanni XXIII e infine la vicenda corrente, che in realtà occupa uno spazio ridotto nel romanzo, ovvero lo studio del documento segreto venuto alla luce durante le più recenti burrasche (non è facile dimenticare il panico generato dal maggiordomo di Benedetto XVI) che la Chiesa si è vista affrontare un po’ annaspando.
Nel complesso si tratta di una lunga serie di elucubrazioni mentali del protagonista unitamente a una ancora più lunga serie di digressioni storico-culturali. Il linguaggio è preciso e ben calibrato sulla base del contesto, ogni singola parola sembra essere usata con estrema perizia. La lettura è piacevole e scorrevole, anche se a tratti diventa un po’ ridondante. Infatti, dal punto di vista stilistico, o forse è qualcosa di peculiare e caratterizzante il protagonista, non posso dirlo con certezza essendo questa l’unica opera che ho letto dello scrittore, si trova una continua tendenza alla ripetitività di parole e concetti già espressi abbondantemente in precedenza. Devo ammettere che questo specifico tratto ha reso la lettura non più difficile ma sicuramente un poco meno interessante.
Se volete dedicarvi a un romanzo storico che rompa gli schemi classici del genere, questo è indubbiamente il romanzo che fa per voi!
-Davide