Quando si parla di traduzione ci si chiede spesso se esistano dei veri e propri corsi di specializzazione che consentano di avvicinarsi in modo pragmatico alla professione. Ebbene sì. A Torino esiste un corso di formazione professionale interamente finanziato dal Fondo sociale europeo, corso tenuto dall’Agenzia formativa Tuttoeuropa. In realtà non si può parlare di un singolo corso perché ne esistono di vari, ciascuno indirizzato verso una lingua diversa e un settore professionale diverso. Pertanto non esistono solo percorsi di formazione per la traduzione editoriale ma anche per la traduzione specializzata e per l’interpretariato. La frequenza è gratuita, l’unico requisito è il possesso di una laurea, in quanto si trattano di corsi di formazione post universitaria. Ovviamente, viste le risorse limitate e il livello elevato di specializzazione, per accedervi è necessario sostenere un test sulla padronanza della lingua italiana e sulla traduzione dalla lingua scelta. Solo 16 fortunati riusciranno a diventare studenti di quello che, a conti fatti, è un master.
Nell’ormai lontano biennio 2015/2016 ho avuto il piacere di partecipare al corso di formazione in traduzione editoriale dalla lingua inglese. Il corso si è svolto in una serie di lezioni frontali e di laboratori sul mondo della traduzione. Sono presenti lezioni sulla traduzione di autori postcoloniali, sulla transcreation, sulla teoria della traduzione e così via, toccando tutte le anime della traduzione editoriale. Cuore palpitante del corso è stato il laboratorio di traduzione, tenuto da Paola Mazzarelli, che ci ha permesso di toccare con mano e di tradurre testi tra i più disparati, dalla letteratura per ragazzi alla saggistica. Dal momento che il corso è finanziato dal Fondo sociale europeo erano presenti altresì una serie di lezioni su tematiche apparentemente disgiunte dal mondo editoriale, quali pari opportunità, informatica e psicologia applicata. Anche in questo caso si è cercato di applicare tali aree al mondo della traduzione, creando un percorso formativo di indiscutibile valore. Le lezioni frontali erano poi affiancate da seminari su argomenti dei più vari, dal crearsi una partita IVA a seminari sulla grammatica italiana. Lezioni e seminari sono stati tutti tenuti da personalità insigni nel mondo della traduzione, abbiamo già citato Paola Mazzarelli ma ho avuto la fortuna di conoscere anche Franca Cavagnoli, Susanna Basso, Norman Gobetti, Anna Nadotti, Rossella Bernascone e tanti altri.
L’aspetto più entusiasmante del percorso formativo è stato indubbiamente lo stage di traduzione. Agli studenti viene data l’opportunità di lavorare per una piccola casa editrice e pubblicare il proprio lavoro. È estremamente stimolante potersi confrontare con altre persone e non solo migliorare la propria lingua ma anche il proprio metodo di approcciarsi a una traduzione. Traduzione che, sì, sembra strano a dirsi, ma è stata fatta a “32 mani”. Il testo scelto viene accuratamente selezionato e diviso in sedici parti uguali, una per studente, e sono gli studenti a dover affrontare a casa la prima parte del lavoro. Si procede poi traducendo le pagine di un altro collega e confrontando le diverse soluzioni, cercandone una sintesi. Questo stesso modus operandi viene replicato in gruppi di quattro, otto e infine sedici persone, fino a ottenere una traduzione omogenea e soggetta a molteplici interventi di revisione e discussione. Questa fase a gruppi del lavoro viene svolta nella sede dell’Agenzia formativa. Al termine dell’esperienza si è maggiormente consapevoli delle proprie capacità e si è ottenuta una maggiore elasticità mentale nei confronti della lingua d’origine e di quella d’arrivo, senza contare la soddisfazione di vedere pubblicata la propria traduzione. Arrivare a soluzioni di sintesi, che vadano bene più o meno a tutti, non è stato semplice ma è stata un’interessante sfida.
Il libro che ho contribuito a tradurre è Amiche Devote, di Molly Keane, uscito nelle librerie nell’ottobre 2016, edito da Astoria. È un grazioso volumetto rosso che parla della società irlandese degli anni ’30 tra decappottabili che sfrecciano in campagna, cocktail più o meno alcolici e tanta tanta ironia!
Il corso di traduzione editoriale mi ha tenuto impegnato per nove lunghi mesi e si è trattato di una delle esperienze più stimolanti che abbia mai vissuto. Se siete interessati al mondo della traduzione, anche se non venite da una facoltà umanistica (non è un requisito per accedere al corso), fate un pensierino sull’Agenzia formativa Tuttoeuropa! Non ve ne pentirete!
-Davide