(Not) Lost in Translation

All’interno del Salone da anni si tengono una serie di incontri sul mondo della traduzione e sui suoi protagonisti. Il nome di questo ciclo di conferenze è L’Autore Invisibile, ovvero il traduttore, che si cela dietro le parole dello scrittore e gli dà nuova vita nel suo lavoro. A coordinare tutti gli eventi in questione è Ilide Carmignani traduttrice ispanista di autori del calibro di R. Bolaño, L. Borges, J. Cortázar e L. Sepúlveda (questi sono solo alcuni nomi tra i tanti). Gli incontri sono pensati per chi è del mestiere e per tutti coloro che sono appassionati di traduzione, non a caso sono stati organizzati tutti in Sala Professionali.

La Sala si trovava nel secondo padiglione della fiera, una piccola installazione incastonata in mezzo ad altri stand, in un angolo della struttura. C’è da dire che quest’anno si è sentita molto di più la dimensione ridotta dello spazio perché gli eventi erano molto più affollati. Fa però piacere vedere sempre più persone interessate a quella che era una professione poco conosciuta qui in Italia, e lo dico in quanto traduttore o aspirante tale. Agli eventi hanno presso parte anche molti scrittori, primi fra tutti Luis Sepúlveda e Annie Ernaux, anche se ho avuto il piacere di sentire solo quest’ultima. Un ciclo di appuntamenti che ha preso il nome parlante di Lo scrittore e il suo doppio.

Erano presenti i migliori traduttori italiani, e non solo anglisti. Susanna Basso, Franca Cavagnoli, Ernesto Ferrero, Giovanni Arduino, Isabella Mattazzi, Martina Testa e molti altri ancora.

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Ma non è stato soltanto un momento di confronto fra traduttori e scrittori. Uno dei primi seminari a cui ho partecipato è stato una discussione tra alcuni dei più importanti editori della piccola e media editoria italiana. In particolare sto parlando di Elisabetta Sgarbi e Eugenio Lio de La Nave di Teseo, Andrea Gessner della casa editrice Nottetempo e Isabella Ferretti di 66thand2nd. Gli editori hanno avuto modo di presentare la realtà del proprio lavoro e il rapporto che questi hanno con i traduttori, inclusi i requisiti da loro richiesti per quella che è, a loro parere, la traduzione ideale. Con la mediazione di Ilide si è parlato anche di compensi a cartella per aspiranti traduttori e non. Argomento sempre profondamente sentito da chi è del settore (considerato quanto poco vengano pagati i traduttori per il loro lavoro qui in Italia). Tutti gli editori sono stati schietti e hanno dimostrato grande professionalità. Menzione speciale per Elisabetta Sgarbi, (non avevo idea fosse la sorella di Vittorio Sgarbi), un personaggio estremamente eccentrico che tende a monopolizzare la scena, anche soltanto con la sua presenza, forse anche come meccanismo di difesa.

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Lo stesso giorno sono stato all’incontro sulla più celebre traduzione di Viaggio al termine della notte di Louis-Ferdinand Céline, traduzione di Ernesto Ferrero. Con l’ex Direttore del Salone dialogava Yasmina Melaouah, voce italiana dello scrittore Daniel Pennac. L’incontro si è svolto analizzando estratti, proiettati su un monitor, dei passaggi che si sono rivelati più ardimentosi nella traduzione di Céline. Ferrero si è rivelato un abile intrattenitore, maestro delle parole. Scherzosamente ha citato un aneddoto di alcune signore francesi di Cassino (paragonandole alle famose casalinghe di Voghera) che, a un convegno sulla traduzione lì tenutosi, avevano smontato più punti della sua traduzione. Sul finire del Salone ho avuto, insieme a Marco, il piacere di parlargli personalmente, discutendo delle difficoltà di trovare lavoro come anglista nel mondo della traduzione.

bao

Un altro incontro molto interessante, che ha trattato un campo della traduzione poco conosciuto, è stato quello con gli editori delle case editrici produttrici di graphic novel e fumetti. Erano presenti Diego Fiocco, per Tunué, Michele Foschini, per Bao e Marco Schiavone, per BD J-pop. Anche questo evento era moderato da Ilide Carmignani. Le modalità sono state simili a quelle dell’incontro con le case editrici. Format simili e contenuti molto diversi. Dopo aver parlato del rapporto con i traduttori e di cosa ci si aspetta da loro nel tradurre una graphic novel si è arrivati all’argomento compensi. Da parte degli editori se n’è parlato con un po’ di ritrosia. In particolare ha evitato completamente la questione Michele Foschini, che se n’è uscito con una frase un po’ infelice. Riferendosi ai traduttori, ha sostanzialmente detto che dovrebbero essere contenti di lavorare per Bao e che c’è gente che si butta sulla loro vetrina solo per poterlo aggiungere al proprio curriculum. Non sto qui a raccontare del gelo sceso in sala o della reazione della Carmignani, la quale con la sua tenacia non ha fatto passare inosservata questa e le altre castronerie dette sul palco.

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Passando a situazioni più felici, uno degli incontri più affollati è stato quello con Giovanni Arduino, traduttore di Stephen King, e Anna Pastore, traduttrice ed Editor per Sperling&Kupfer. Sull’assenza dello scrittore ha commentato Giovanni rispondendo con una colorita e simpatica immagine che non posso riportare (#censura). Entrambi hanno parlato delle proprie esperienze nell’approcciarsi alla lettura e alla traduzione del Re. Arduino, in particolare, ci ha riferito di come gli interessi in comune con lo scrittore gli si siano rivelati estremamente utili nel suo lavoro. Una vasta conoscenza è sempre di grande aiuto per un traduttore. Anche lui è un personaggio un po’ eccentrico ma dotato di una simpatia travolgente.

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Un evento ancora più affollato è stato l’incontro con Annie Ernaux, celebre scrittrice francese che ha prodotto testi quali Gli anni, vincitore del Premio Strega Europeo 2016, e Memoria di ragazza, uscito nel 2017 per L’orma editore. A conversare con lei era Lorenzo Flabbi, traduttore dei testi della Ernaux con la mediazione di Ilide Carmignani. La coda per entrare si perdeva in lontananza ed era decisamente confusa, non si riusciva a distinguerne l’inizio e la fine. C’erano talmente tante persone che non sono sicuro che tutti siano riusciti a entrare in sala, si è quasi sfiorata la rissa visto che in tanti si erano strategicamente posizionati di fronte all’ingresso, tagliando buona parte della coda. Per fortuna mi ero messo fuori ad aspettare molto presto così sono riuscito a entrare senza troppi problemi. Si è parlato a lungo dei motivi della scrittura dell’Ernaux, di come lei stessa cerchi di descrivere il reale, i fatti così come le si presentano innanzi agli occhi con uno stile sintetico e asciutto. Si è discusso del suo rapporto con il traduttore. Tutte le domande, soprattutto quelle sulle eventuali difficoltà nel lavoro di traduzione, facevano specifico riferimento all’ultima opera della Ernaux, Memoria di ragazzaAlla domanda se fosse soddisfatta del lavoro di Lorenzo Flabbi, Annie Ernaux ha risposto affermativamente, con un sorriso. È stato un vero piacere ascoltarla, è una grande scrittrice e una grande donna con uno sguardo che sembra rivolto lontano.

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L’ultimo appuntamento dell’Autore Invisibile portava il titolo di Tutto è possibile: la complicata felicità del tradurre. Al centro del palco parlava Susanna Basso, traduttrice di autori come Ian McEwan, Kazuo Ishiguro, Alice Munro e Julian Barnes e autrice del saggio Sul tradurre. Esperienze e divagazioni militanti edito da Mondadori. Traduttrice che oserei dire essere la migliore anglista in Italia. Con la sua voce pacata e decisa, e con la sua aura di dolcezza, ha riferito le domande che gli sono state poste dagli studenti del corso di traduzione editoriale dell’Agenzia formativa Tuttoeuropa, il corso di traduzione di maggior rilievo in Italia, che ho con piacere frequentato e di cui vi parlerò in futuro. A ognuna di queste ha cercato di rispondere attingendo dalla sua esperienza personale. La traduzione è un lavoro complicato, che assorbe ogni aspetto della propria vita ma è un lavoro estremamente appassionante che consente di ampliare notevolmente le proprie conoscenze, costantemente. Al termine del suo discorso è partito un caloroso applauso ed è stata raggiunta sul palco da Ernesto Ferrero. Con un discorso di chiusura davvero toccante si è conclusa così la serie di incontri dell’Autore Invisibile. Ora è tutta un’impaziente attesa della prossima edizione.

Quest’anno ho vissuto ancora di più il Salone, più di quanto non abbia mai fatto prima. Sono stati cinque giorni carichi di eventi, amici ritrovati, libri, libri e ancora libri. Se mai vi dovesse capitare di essere a Torino tra il 10 e il 14 maggio 2018, fate un SalTo al Salone, non ve ne pentirete!

-Davide

 

 

 

8 pensieri su “(Not) Lost in Translation

  1. Anche io ho partecipato a due incontri di questa magnifica serie.
    Uno è stato quello con Tunué, BAO e BD J-pop e posso confermare che le affermazioni di Michele Foschini sfioravano la maleducazione (infatti dopo il suo intervento me ne sono andata perchè non lo sopportavo più). Povera Ilide.
    Il secondo è stato quello tra Yasmina Melaouah e Daniel Pennac su cui ho scritto un post di recente. Te lo linko in caso volessi dare un’occhiata: https://lagolondrinaa.wordpress.com/2017/06/05/lo-scrittore-e-il-suo-doppio-pennac-e-melaouah/

    Aspetto con ansia il tuo racconto sui corsi dell’Agenzia Tuttoeuropa poiché sono una studentessa di Mediazione Linguistica a Forlì m’interessa molto il mondo della traduzione.
    A presto (:

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    1. È stato un momento di grande disagio, anche perchè la folla era composta principalmente di appassionati di traduzione e professionisti del mestiere. Quindi diciamo che un’uscita del genere la si poteva evitare, ecco.
      Purtroppo non sono riuscito a a vedere l’incontro con Pennac, leggerò il tuo resoconto con piacere 🙂
      A presto!

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  2. Do molto peso ai traduttori, li cito sempre nei miei post quando recensisco qualche libro, ho avuto la fortuna di conoscerne alcuni di molto validi come Matteo Colombo e Silvia Castoldi e sarei stata molto interessata a questo incontro.

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  3. Pingback: A tu per tu con la traduzione – – Radical Ging –

  4. Bello questo post. Mi piace sentir parlare di traduzione, anche se io – ahimè – non sono riuscita a realizzare il sogno di tradurre letteratura, in parte proprio a causa delle tariffe “da fame” e ho dovuto “ripiegare” su quella giuridica, molto meglio pagata (per quanto, all’estero… ma lasciamo andare, per il momento). Come angliste mi permetto però di segnalarti anche Rossella Bernascone e Franca Cavagnoli, due icone nel loro settore, e ho in mente anche “La versione di Barney” nella traduzione di Codignola, che non è un traduttore nel senso tradizionale del termine, ma secondo me ha fatto un lavoro notevole con un libro difficilissimo.
    Grazie del passaggio dal mio blog, ho scoperto il tuo e mi fa molto piacere, ti seguirò volentieri!
    A presto
    Alexandra

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    1. Ciao Alexandra,
      innanzitutto grazie, sono contento che il mio blog ti piaccia, anche io ti seguirò con grande interesse.
      Al momento sto ancora cercando di inseguire il sogno di continuare nella traduzione letteraria ma mi tengo aperta anche la strada della traduzione tecnica, purtroppo la condizione della professione non è delle più rosee.
      Ho avuto il piacere di conoscere di persona sia Franca Cavagnoli che Rossella Bernascone durante la mia esperienza all’Agenzia formativa Tuttoeuropa, sono davvero due icone e due amabili persone, molto esperte. Ho scritto un post di quest’esperienza se vuoi dargli un’occhiata (se non lo hai già fatto).
      Alla prossima!

      Davide

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  5. Pingback: #AspettandoIlSalone: gli incontri con gli autori aspettando #SalTo20 – – Radical Ging –

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