Come si dice, squadra che vince non si cambia. Ritorniamo su questi (o meglio, i vostri) schermi con il tradizionale appuntamento annuale dedicato alla Regina del giallo: la #ReadChristie2021. Come prima lettura della challenge, l’Agatha Christie Limited ci ha chiesto di leggere una storia che fosse ambientata in una villa. Sono tantissimi i romanzi che rientrano in questa definizione, anche se più di una volta ci siamo chiesti cosa si intendesse per grand house.
Per tagliare la testa al toro (stiamo usando un po’ troppi modi di dire?), una delle nostre scelte è ricaduta su Il segreto di Chimneys, pubblicato per la prima volta nel Regno Unito nel 1925, tradotto in Italia inizialmente da Alberto Tedeschi, poi da Elena Traina.
Un romanzo, Il segreto di Chimneys, lontano da quello che i lettori di oggi si aspettano da Agatha Christie. Certo, ci troviamo in «una delle più antiche residenze signorili d’Inghilterra! I re e le regine vanno a passarvi il fine settimana, e i diplomatici vi ordiscono i loro piccoli intrighi», nelle parole di Anthony Cade, il protagonista. Ci sono french windows ovunque, ci sono porte e porte-finestre che danno sull’enorme parco che circonda il castello, con l’immancabile lago e la rimessa delle barche, luogo di incontri loschi e romantici, a seconda degli invitati. C’è l’Aristrocrazia inglese con la a maiuscola: Lord Caterham, proprietario di Chimneys e sua figlia, Lady Eillen “Bundle” Brent e Virginia Revel, personaggio che, se non fosse per il rango, potrebbe ricordare una qualsiasi avventuriera di primo Novecento.

Non siamo però nella vecchia Inghilterra, no. Chimneys è il palcoscenico di un intrigo internazionale che vede riunite sotto lo stesso tetto le aspirazioni economiche (e non solo) di Inghilterra, Stati Uniti e Herzoslovakia, paese balcanico in preda a continue insurrezioni.
Ma cosa c’entrano, in questo scenario, Anthony Cade, uomo dall’identità ambigua, Jimmy McGrath, cercatore d’oro in Africa, e il Re Victor, un ladro che sta mettendo a ferro e fuoco la Francia?
In un continuo gioco di scambi di identità, travestimenti, bugie e furti si consuma il mistero di Chimneys, residenza tanto famosa che Agatha Christie non si degna nemmeno di descriverla per bene.
La descrizione del sito è reperibile in qualsiasi guida turistica, nonché nel terzo volume di Residenze storiche inglesi, ventuno scellini. Il giovedì, da Middlingham partono escursioni di gruppo per visitare le aree aperte al pubblico. Ciò considerato, descrivere Chimneys sarebbe superfluo.
Il segreto di Chimneys, Agatha Christie, traduzione di Elena Traina
Come avrete ormai capito, Hercule Poirot è assente, nonostante le aspettative degli editori di Agatha Christie dell’epoca. E non c’è nemmeno Miss Marple, che sarebbe nata soltanto qualche anno dopo.
A portare avanti le indagini è il Sovrintendente Battle, nel suo primo caso per Agatha Christie. Come il Sergente Cuff de La pietra di luna di Wilkie Collins, Battle ha un bagliore peculiare negli occhi quando, apparentemente dal nulla, riesce a sistemare i pezzi del puzzle che ha sotto il naso, nascondendo qualsiasi emozione. Di lui sappiamo poco, se non che è sposato con la signora Battle (che, come la moglie del Tenente Colombo, non vedremo mai) e che è il protagonista di altre avventure firmate Christie: I sette quadranti («sequel» de Il segreto di Chimneys), Carte in tavola, insieme a Hercule Poirot, Ariadne Oliver e il Colonnello Race, È troppo facile e Verso l’ora zero.
Il segreto di Chimneys è la tipica spy story all’inglese, una specie di 007 con molta più ironia, battute al vetriolo, meno sessismo e infarcito di quegli strani incontri che avvenivano di notte nelle residenze di campagna di lord, duchi e arciduchi (come in La tela del ragno di Agatha Christie o in Quel che resta del giorno di Kazuo Ishiguro, con gli incontri a Darlington Hall di cui il maggiordomo Stevens era testimone).
Gli anni Venti erano un momento particolare per il Regno Unito. La guerra era finita da qualche anno, la spinta, cui era soggetta la società inglese (e anche quella europea), verso un nuovo modo di vivere, più leggero, votato al divertimento – i famosi roaring twenties, popolati da flapper e dalle Bright Young Things – si contrapponeva alle nuvole che si stavano formando in lontananza, e che in meno di vent’anni avrebbero riportato la guerra, stavolta su uno scenario più ampio. L’Inghilterra iniziava a recepire, a causa della brusca frenata dovuta al conflitto mondiale, che forse il grande Impero non era destinato a vivere per sempre. Questo, insieme alla difficile situazione del dopoguerra, divenne il campo da gioco di un certo tipo di propaganda: i rifugiati di guerra non venivano più visti di buon occhio (tra questi c’era anche Poirot, ce lo ricorda anche Igiaba Scego), cresceva il sentimento antisemita e la paura nei confronti dei popoli asiatici, con il famoso «pericolo giallo».

Tutte queste paure, amplificate dalla propaganda nazionalista e conservatrice, le possiamo ritrovare anche nei romanzi di Agatha Christie. Basti pensare alle descrizioni di alcuni personaggi nelle sue prime opere e racconti, o a uno dei capi criminali che compare in Poirot e i quattro. Anche ne Il segreto di Chimneys alcune descrizioni dei personaggi sono invecchiate malissimo, e raccontano di una «cara» vecchia Inghilterra che era tutto fuorché cara: nel testo fioccano facce giallognole e sudaticce, gli italiani e gli ispanici vengono definiti «dago», termine dispregiativo e razzista, e proliferano nasi adunchi e barbe disordinate. Nell’Inghilterra dell’epoca non erano accettabili nemmeno cognomi che non suonassero abbastanza inglesi.
Dovremmo smettere di leggere questi romanzi? Non dovremmo goderne? No, assolutamente no, ma dovremmo essere più attenti a quello che leggiamo, al contesto in cui certe opere nascono e, soprattutto, dovremmo essere più attenti alla sensibilità altrui. Solo perché noi non ci sentiamo tirati in causa non significa che qualcosa non sia offensivo e razzista.
Una lettura, quella de Il segreto di Chimneys che cattura il lettore che ama perdersi tra passaggi segreti e intrighi. Una lettura che diventa anche l’occasione per riflettere su come il più semplice romanzo d’evasione possa diventare fotografia di un periodo storico.
Questa è stata la nostra lettura per il mese di gennaio della #ReadChristie2021, ma non è finita qui! Infatti, domenica 31 gennaio alle 17 saremo in diretta sul nostro canale Youtube con Chiara e Laura di Sister’s Books e Sara di Istantanea di un libro per discutere insieme delle nostre letture del mese. E per febbraio? Be’, bisogna leggere una storia che abbia a che fare con l’amore, che noi abbiamo deciso di declinare in tutte le sue forme. Non vi resta che seguirci su Instagram per scoprire i nostri consigli!
– Davide & Marco
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