Giorgia Russo, Jo Reads. Lettrice, bookinfluencer ma non solo. Social Media Specialist di IBS.it e Libraccio.it, non potevamo non intervistarla! Youtube, Instagram, il blog e le diverse declinazioni del parlare di libri, con Giorgia abbiamo parlato di questo e non solo, quindi senza indugi vi lasciamo alle sue parole.
Giorgia Russo, dai più conosciuta come Jo Reads, sei iscritta su Youtube dal 2011 ma hai caricato il tuo primo video nel 2015, stesso anno in cui approdi su Instagram (@jo.reads). Come nasce la tua passione per i libri e la lettura?
La passione per i libri è qualcosa che mi ha accompagnata per tutta la mia vita. I libri e le storie mi hanno sempre dato un senso di appartenenza a qualcosa di più grande, anche prima di saper iniziare a leggere seguivo le audiocassette e sfogliavo le pagine dei libri.
Ho deciso di iniziare a condividere questa passione online nel 2014 aprendo un blog con una compagna di università ma presto ho capito che YouTube e, più nel dettaglio, Booktube era il mezzo migliore per esprimere la mia personalità. Così ad ottobre 2015 è nato Jo Reads.
La comunicazione non è mai uguale, come diceva McLuham, il medium è il messaggio: come ti destreggi tra le diverse piattaforme?
Sono molto d’accordo con questa affermazione! Oggi ogni mezzo di comunicazione e ogni social hanno un linguaggio diverso. Lo sperimento quotidianamente per lavoro.
Io uso principalmente due piattaforme che sono YouTube e Instagram. Su YouTube tutti i miei video, tranne qualche raro caso, sono incentrati sui libri e sul mondo dell’editoria e sono contenuti più elaborati che richiedono molto tempo. Mentre su Instagram, condivido anche attimi di vita, in modo molto naturale così che chi mi segua possa conoscermi più profondamente e andare oltre la mia passione per i libri.
Quando si comunica online, ma non solo, l’importante è creare una community: qual è il segreto per coinvolgere i lettori in un dibattito sano e interessante sui social e cosa, secondo te, non bisogna mai fare?
Credo che il segreto per coinvolgere i lettori e creare una community stabile sia creare un vero dialogo. L’interazione deve essere reciproca, è giusto che chi si esprime con un commento o un direct message sia ascoltato da chi lo riceve. Molti influencer spesso dimenticano che i social sono nati per “socializzare” non come vetrine per spammare la propria vita limitandosi a farsi ammirare. È una cosa che mi è sempre stata a cuore, sia su YouTube che su Instagram, tento sempre di trovare il tempo, per quanto mi è possibile, di rispondere sempre a tutti i commenti che mi vengono lasciati.
Sui social, e in rete in generale, sei presente da molto tempo. Come pensi che sia cambiata nel tempo la comunità di utenti/lettori da un lato, e la comunità dei Book Influencer dall’altro?
Quando io sono approdata su Booktube eravamo forse 10/15 persone a parlare di libri. Era una community minuscola e non molto considerata. Con la crescita della community abbiamo iniziato ad essere riconosciuti come figure “esistenti” dagli esperti del mestiere, anche se con molto reticenza, lasciatemelo dire ma, cosa più importante, ci siamo aperti a molti più lettori che hanno iniziato a cercare consigli per le loro letture, online e sui social. Se fino a qualche anno fa, a cercare consigli di lettura online erano solo gli – passatemi il termine – “smanettoni” oggi siamo seguiti anche da mamme che guardano i video mentre preparano il pranzo ai figli o da lavoratori che ci seguono mentre viaggiano in treno verso casa.
Comunicare libri però non è solo la tua passione, ma anche il tuo lavoro: sei Social Media Specialist per IBS e il Libraccio. Puoi dirci in cosa consiste il tuo lavoro?
Sono davvero fortunata a poter dire di fare il lavoro dei miei sogni. Principalmente il mio lavoro consiste nel promuovere i contenuti e le promozioni dei siti sui social network e di creare contenuti editoriali per rafforzare la community delle nostre pagine.
Il mio lavoro inizia con l’analisi dei trend e delle pagine e la stesura dei piani editoriali per i due siti, prosegue con la creazione di contenuti e finisce con la reportistica delle attività svolte (fase essenziale che mi permette di capire se stiamo ottenendo i risultati desiderati e quindi di rimodellare i piani editoriali).
In che modo dialogano il tuo lavoro e la condivisione delle tue passioni sui social? In che modo si influenzano l’uno con l’altro?
Le mie capacità da booktuber hanno fatto davvero tanto per la mia carriera. IBS ha sempre apprezzato e stimolato questo mio lato e fin da subito mi ha dato la possibilità di gestire interviste con autori, altre influencer per eventi particolari e seguire tutta la comunicazione social durante fiere ed eventi.
Certo, da un lato, tutto questo lavoro ha rallentato di gran lunga i classici contenuti che creavo per Jo Reads in passato. Per quanto me ne dispiaccia, anche i miei giorni sono solo di 24h e non riesco sempre a gestire tutto quanto. Però non vedo questo come un lato negativo, sono entrata in una nuova fase della mia vita, più matura e più professionale. Porto dentro di me tutto quello di buono che ho fatto con Jo Reads e che, tempo permettendo, continuo a fare.
Ti vediamo sempre in prima linea durante gli eventi e le fiere editoriali, ci puoi dire come ci si sente dall’altra parte? Come si organizza un evento per il lancio di un libro?
Trovarsi per la prima volta dall’altra parte ti mozza il fiato, posso dirlo sinceramente. Soprattutto se sei da sempre un #booknerd. Ricordo ancora il mio primo Salone di Torino da espositore: arrivare il giorno prima per allestire lo stand e vedere tutti gli editori fare lo stesso, camminare per i corridoi del Lingotto a fiera vuota, passare i giorni di apertura sempre in fiera dalle 8.00 della mattina alle 20.00 di sera, partecipare a tutti gli eventi e le serate è stata una delle emozioni più grandi della mia vita. Dopo tanti anni di Salone da visitatrice, poter partecipare all’organizzazione e capire cosa c’è dietro ti apre un mondo.
Un appuntamento immancabile da qualche anno a questa parte al Salone Internazionale del Libro di Torino è Casa IBS, ce ne vuoi parlare?
Ah! Siete ben informati! Esatto, con il team di IBS sono due anni che ci presentiamo al Salone come #CASAIBS. Noi siamo una e-commerce e non avendo i nostri libri da vendere come gli altri editori, abbiamo deciso di rendere lo stand di IBS uno spazio di creazione di contenuti per chiunque non possa partecipare alla fiera, ma voglia seguire cosa succede, anche da casa. Ovviamente è aperto anche ai visitatori, siamo dei bravi padroni di casa, li invitiamo nel nostro salottino dove possono vedere dal vivo i loro autori preferiti durante un’intervista o incontrare le loro influencer preferite, chiacchierare e scattare qualche foto.
Non si può fare un’intervista a un BookInfluencer senza chiedere la domanda di rito: cinque libri che consiglieresti?
Noi BookInfluencer siamo sempre pronte a questa domanda:
1. A sangue freddo di Truman Capote, mia ultima lettura, un racconto affascinante che travalica i confini del giallo o del thriller così come lo conosciamo
2. Cime Tempestose, uno dei miei classici preferiti. Uno dei libri più onesti sull’amore che abbia mai letto
3. Casa di Foglie di Mark Z. Danielewski un libro per il quale ogni definizione si spreca. Un’esperienza unica nel suo genere.
4. Quando siete felici fateci caso di Kurt Vonnegut un libro che mi ha aiutata in diversi momenti della mia vita a capire come auto giudicarmi e dove volessi andare
5. Infine, IT di Stephen King, un libro che è stato per anni confinato come “la storia di un pagliaccio che mangia i bambini” ma che, per un lettore attento e scrupoloso, si trasforma in un romanzo di formazione fra i più belli che abbia letto.
I do’s e don’ts del come si parla di libri: pensi che esista un’etichetta da seguire?
Ah! Argomento spinoso. Io credo che i Bookinfluencer non siano critici letterari e non debbano attenersi a degli standard che non gli si confanno. La loro forza è esprimere la loro opinione o consigliare un libro con il loro tone of voice che li rende credibili o meno a chi li guarda. I critici letterari, che fanno questo come professione, ormai si rivolgono ad una nicchia di persone, sono inarrivabili, i loro giudizi calano dall’alto e con loro, la signora Maria che fa l’igienista dentale ed è appassionata di libri, non può avere un vero confronto. Un libro non è brutto o bello, è diverso per chiunque lo legga, quindi l’intercambio di opinioni è essenziale. I bookinfluencer d’altra parte sono alla portata di tutti, come degli amici, con cui si può discutere e creare un dialogo. Questa è la loro forza. Se “il modo che hanno” di parlare di libri sia giusto o sbagliato lo definisce il loro pubblico. Se con quello che dicono sono convincenti e il pubblico li segue acquista su loro indicazione, stanno facendo bene il loro lavoro, se no, no.
Prima di lasciarci, considerando il momento difficile in cui stiamo vivendo come pensi che cambierà il mondo degli influencer finita l’emergenza? Potrebbe essere l’opportunità per un rinnovamento nella forma e nei contenuti?
Mi auguro davvero che molte cose cambieranno dopo questa epidemia. Che il mondo del lavoro e quello di molte figure professionali molto svalutate possa subire un’inversione. Vorrei saperlo predire, davvero. Sicuramente in questo periodo il mondo del web si è aperto a un pubblico ancora più grande, si pensi solo a tutti i cantanti e gli attori che stanno facendo dirette o producendo contenuti per il web. Spero davvero che questo pubblico riscopra l’amore per i libri seguendo qualcuno di noi, è il regalo più grande che ci possano fare. Anche perché ora niente scuse, il tempo di leggere lo abbiamo tutti e dobbiamo sfruttarlo al meglio!