Siamo ormai abituati, anzi assuefatti, agli annunci e alle pubblicazioni della collana Oscar Draghi. Volumi corposi, spesso illustrati, dal contenuto e dalla confezione fantastici. Una delle ultime uscite del 2019 riguardava il signore delle creature della notte, il Re degli esseri che strisciano nel buio: Dracula!
Franco Pezzini, studioso torinese, veste i panni del Van Helsing della letteratura e consegna al lettore un volume che non contiene soltanto il celebre romanzo di Bram Stoker, ma un compendio completo che ci aiuta a capire da dove arriva la figura di Vlad Dracul (e anche quella di Stoker stesso), il suo percorso dalla nascita della figura del vampiro fino alle forme più moderne.
Se infatti il Dracula di Stoker è a suo agio nella sua ambientazione gotica, tra castelli nei Carpazi e Carfax a Londra (senza dimenticare la traversata in nave in comode casse piene di terra 100% sconsacrata e transilvana), Franco Pezzini nell’introduzione arriva fino ai giorni nostri, quando il Vampiro passa le giornate con tutte le comodità della vita moderna. Nel volume si trova di tutto, anche di come Stoker arrivò a scrivere il romanzo che vede Jonathan Harker e Mina Murray alle prese con i piani del Conte – galeotta fu una recensione – e Pezzini, citando Voltaire che diceva “Non si sente parlare che di vampiri”, fa un excursus su come il fenomeno del “vampiro” abbia sempre esercitato un fascino sulle folle di lettori di tutto il mondo.
Certo è che se il Vampiro è il simbolo della modernità, lo è ancor di più l’idea che si è costruita nella coscienza collettiva della creatura stessa.
Oltre a questo inizio critico, Pezzini riporta una versione pubblicata postuma dalla moglie di Stoker nel 1914 di alcune pagine che avrebbero dovuto comporre l’inizio del romanzo, si tratta de “L’invitato di Dracula“. Segue poi il vero e proprio Dracula, qui pubblicato nella traduzione del 1979 di Francesco Saba Sarti. Il romanzo gotico per eccellenza, grazie alla curatela di Pezzini, si rigenera, accompagnato da illustrazioni ex-novo, fotografie d’epoca rielaborate, litografie, acqueforti e montaggi che riportano in lettering alcuni versi che creano l’illusione nel lettore di essere sotto la maledizione del Conte Dracula.
La lettura diventa ancora più immersiva nel momento in cui, tra una pagina che sembra uscita dalle confessioni deliranti di un malato di mente e la litografia del Conte, troviamo le note di Franco Pezzini alla traduzione di Sardi. Un apporto unico e notevole che aiuta il lettore, sia esso esperto nella materia o meno.
Franco Pezzini aggiunge carne al fuoco, includendo in questo volume una seconda parte dedicata interamente al “Canone Dracula”, ovvero all’insieme di versioni modificate (più o meno) dell’opera di Stoker. Con un lavoro certosino Pezzini crea il perfetto compendio che diventa una sorta di consiglio per gli acquisti, allungando la lista di titoli (o versioni di titoli) da recuperare, dedicando spazio anche al Dracula che non è mai stato, ovvero alle versioni precedenti o che non hanno mai visto la luce e non sono mai uscite dagli appunti di Stoker.
Non possono poi mancare gli indici e le descrizioni dei luoghi e dei personaggi, una sezione dedicata interamente alle fonti che hanno contribuito alla nascita del romanzo (siano esse suggestioni personali, dati di cronaca, testimonianze raccolte e altro) e una bibliografia di tutto rispetto che contempla fonti saggistiche, narrative e drammaturgiche.
Parlando di appunti e note, quelli più curiosi all’interno del romanzo sono firmati da Jonathan Harker che, tra un pasto e l’altro, dopo aver assaggiato delle pietanze, segna sul taccuino la necessità di recuperare la ricetta di tale prelibatezza per la sua amata Mina, scrivendo “Mem., get recipe for Mina“. Pezzini quindi non perde l’opportunità per fare ricerca e riportare anche alcune delle ricette nominate nel Dracula, con ingredienti e procedimenti. E c’è chi dice che con la cultura non si mangia.
La terza parte del corposo volume è invece interamente dedicata agli altri “Dracula”, quelli apocrifi di origine islandese e svedese. Considerate a lungo vere e proprie traduzioni dell’opera stokeriana, in realtà suscitò scalpore la scoperta che il Makt Myrkranna e Morkets Makter sono delle vere e proprie riscritture del Dracula, con personaggi ed eventi non presenti nell’originale, riferimenti più pregnanti alla cultura norrena e strani ammiccamenti politici. Insieme a questi vengono riportati brani di altri scritti che in qualche modo usano, richiamano o si rifanno a Dracula.
L’appendice finale invece è dedicata alle diverse apparizioni del Conte Vlad sul piccolo e grande schermo, con una filmografia estensiva. Viene anche citata un’estesa bibliografia per quanto riguarda i titoli in lingua che hanno a che fare con i vampiri.
Franco Pezzini in un colpo solo crea un volume che non può mancare sugli scaffali degli appassionati e l’edizione Draghi Mondadori non fa altro che accompagnare l’importanza dei contenuti a una cura nei dettagli grafici e nelle illustrazioni che, come il fascino immortale del Conte Dracula, ammaliano il lettore, lasciandolo in una spirale di atmosfere cupe, fredde, orrorifiche ma altrettanto goduriose.
-Marco