Agatha Before Christie: l’Egitto, la scrittura e la guerra

Come già detto in precedenza, spesso ci si dimentica che gli autori prima di essere scrittori, sono anche persone normalissime, con vite altrettanto normali. Agatha Christie, che qui ancora non era una scrittrice e ancora portava il nome di famiglia, Miller, visse i suoi primi anni d’infanzia a cavallo tra l’epoca vittoriana e il primo Novecento, tra la crisi delle classi agiate e nobiliari inglesi, i viaggi frequenti, gli incubi infantili e lo spettro della guerra per porre fine a tutte le guerre. Agatha però vide la sua infanzia finire prematuramente, nel 1901, quando Frederick Miller, il padre, morì per complicazioni cardiache. La piccola Agatha aveva soltanto 11 anni.

Ho un’immagine stampata nella memoria. È pomeriggio, io sono in piedi sul pianerottolo a metà delle scale. D’un tratto la porta della camera dei miei genitori si apre e mia madre si precipita fuori, coprendosi gli occhi con le mani, entra nella stanza accanto e chiude la porta a chiave. Un’infermiera esce dalla camera del malato e, rivolta a zia-nonnina, che sta salendo le scale, dice: “È finita”. Mio padre era morto.

Così Agatha descrive il momento della dipartita del padre nella sua biografia. E con questa morte, un’altra ombra cadde sulla famiglia Miller. Come gran parte dei gentiluomini dell’alta borghesia dell’epoca, anche Frederick non aveva mai lavorato e, senza grande sorpresa, Clara, Agatha e il resto della famiglia si resero conto che non c’era più nessuna fortuna, niente denaro. Per cercare di risollevarsi, Clara, la madre, decise di affittare Ashfield,  per racimolare qualcosa, e di trasferirsi al Cairo, in Egitto. La vita d’altronde era molto più economica in Egitto e con la scusa Agatha avrebbe potuto fare il suo debutto in società.

Frederick Alvah Miller, il padre di Agatha. Americano, si sposò in Inghilterra, com’era tradizione all’epoca.

L’esperienza in Egitto fu significativa. Il Cairo divenne l’ambientazione del suo primo vero romanzo, Snow Upon The Desert, mai pubblicato, la prima vera opera “lunga” con cui si cimentò (visto che fino ad allora si era limitata a piccoli componimenti, alcuni auto-pubblicati, e a qualche racconto). Il titolo, La neve sul deserto, ritorna anche in altri  libri della Christie giallista (vedi Salomè Otterburne). Come tanti inglesi, la giovane si ritrovò catapultata nella vita di società, corteggiamenti inclusi. Non era più una bambina ormai, era una lady (non titolata, come le ripeteva Nursie quando era più piccola), pronta al matrimonio: lunghi capelli biondo-rossicci, un naso romano, buone maniere e un viso amabile. Questo rendeva Agatha una signorina attraente per l’epoca.

Agatha in Egitto, intorno al 1907, in visita alle piramidi. Aveva 17 anni, era pronta per debuttare in società.

Il suo carnet era sempre pieno; i giovani soldati di stanza in Egitto e molti altri uomini dell’Esercito Britannico erano affascinati dal suo portamento; non scordiamo che oltre alle lezioni impartite in famiglia, Agatha completò la sua formazione a Parigi. Proprio nella capitale francese si esercitò nel canto: non fosse stata timida, sarebbe potuta diventare un soprano di tutto rispetto.

Ricevette molte proposte di matrimonio, ma non era pronta a fare il grande passo. Lei aspettava il principe azzurro, il suo Destino, il Grande Amore. Non perdeva però occasione di civettare e divertirsi:

In ogni modo al Cairo avevo troppe cose da fare per trovare anche il tempo di invaghirmi. Mille avvenimenti si susseguivano l’uno all’altro e i giovanotti avvenenti abbondavano. ma il mio cuore batteva invariabilmente per i quarantenni che erano così gentili da prendermi garbatamente in giro per la mia giovane età, senz’altre conseguenze. […] Ero troppo impegnata a divertirmi ed ero ancora troppo giovane, anche se per la verità, avevo messo gli occhi su alcuni abbronzati colonnelli di mezza età che erano già regolarmente legati ad affascinanti donne sposate  e non provavano il minimo interesse per le ragazzine insipide come me.

[…]A proposito di domande di matrimonio, ho il sospetto che al tempo della mia giovinezza, i giovanotti peccassero di eccessiva disinvoltura. Alcune delle proposte ricevute da me e dalle mie amiche erano del tutto campate in aria, tanto che, se qualcuna di noi si fosse decisa ad accettarle, avrebbe forse gettato nello scompiglio il povero offerente.

Al suo ritorno in Inghilterra, Agatha cominciò a guardarsi intorno alla ricerca di un marito. Ebbe quattro storie d’amore, o meglio, corteggiamenti, molto brevi, anche se quasi sposò uno dei pretendenti. Un giorno però, alcuni amici, i Clifford, organizzarono un ballo. Per la giovane era proibitivo accettare inviti in località troppo distanti, in fondo ancora viveva in ristrettezze economiche. In quell’occasione però, visto l’esiguo numero di presenze femminili, non solo decise di andare ma si fermò anche per la notte. Qualche giorno prima del ballo ricevette una lettera di un suo amico, Arthur Griffiths: le diceva che non avrebbe potuto partecipare alla festa dei Clifford, cosa di cui era molto triste, perché avrebbe volentieri ballato con lei, ma

“Ci sarà però un tipo che viene sempre alla nostra mensa, un certo Christie. Cercalo, è un ottimo ballerino.”

Come racconta Agatha, Christie l’abbordò quasi subito. Era un giovanotto alto e biondo, con i capelli ricci, quasi crespi, un naso interessante leggermente all’insù e un’aria disinvolta. Le chiese un paio di balli. Lui ballava bene e lei gliene concesse molti, di balli, nonostante il limite di danze consecutive con la stessa persona fosse fissato a due.

Dieci giorni dopo, mentre lei era dai Mellor, ricevette una telefonata dalla madre. Archiebald, Archie, era arrivato in motocicletta ad Ashfield, e chiedeva di lei. Iniziò così un periodo di corteggiamento, ostacolato dalla madre, che percepiva qualcosa di sbagliato nel giovane. Era un semplice soldato, non aveva soldi, non era il  partito giusto per la sua piccola Agatha. Clara non si faceva remore nel confrontare l’ostinato giovanotto. Considerata la precaria situazione economica della famiglia Miller, si decise di posticipare il matrimonio. Pertanto Archie tornò a sfidare il cielo in sella al suo velivolo (apparteneva alla RAF) mentre Agatha iniziò a frequentare i corsi di Pronto Soccorso e di infermeria.

Archiebald Christie nel 1915. Fu uno dei primi piloti dei Flying Corps inglesi, i primi ad essere spediti al fronte nel 1914.

Arrivò poi una notizia dalla lontana Serbia: un arciduca era stato assassinato. Nessuno ne rimase turbato, sembrava che la cosa non riguardasse gli inglesi. Ma dopo l’assassinio le nubi che si addensavano sul continente europeo presero forma, e approdarono anche sull’isola britannica. Una mattina, così dal nulla, l’Inghilterra era in guerra.

Prima della partenza per il fronte, Archie inviò un telegramma ad Agatha: si sarebbero dovuti vedere a Salisbury. Fu un incontro di soli 30 minuti, poi Archie dovette partire. I Flying Corps erano tra i primi a essere mobilitati. Agatha non rimase con le mani in mano, si iscrisse subito al corpo dei volontari e iniziò a lavorare all’ospedale di Torquay. Trovava il lavoro interessante e gratificante. Oltre a sistemare fasciature e togliere pidocchi ai soldati, si occupava anche di scrivere a casa per i poveri infermi che erano o analfabeti oppure non potevano più scrivere a causa delle menomazioni.

Tre giorni prima di Natale Archie ottenne un congedo. Agatha e la madre lo andarono a trovare a Londra. Come per tante coppie dell’epoca, significava una sola cosa. Matrimonio. Chissà quando l’avrebbe potuto rivedere, non c’era tempo da perdere. Così, qualche giorno più tardi, dopo qualche scaramuccia, la vigilia di Natale del 1924, Agatha divenne la signora Christie. trascorsero la luna di miele, il Natale, al Grand Hotel di Torquay (tutt’ora aperto: è possibile pernottare nella stessa stanza in cui pernottò la coppia). Archie dovette partire per il fronte il 26, non si sarebbero rivisti per altri sei mesi.

Agatha chrisite in her uniform during her period as a nurse in WW1
Agatha nell’uniforme da infermiera durante il periodo di volontariato nella Prima Guerra Mondiale. Prima infermiera, poi assistente al dispensario, dove le sarebbe nata la passione per i veleni e le sostanze tossiche.

Qui quindi termina la storia di Agatha Miller, la donna prima di Agatha Christie. In potenza, nelle sue esperienze, c’era esattamente tutto quello che poi l’avrebbe resa famosa: la scrittura, la passione per i viaggi, il Medio Oriente, e una scommessa che fece qualche anno prima con la sorella Madge, che l’aveva sfidata a scrivere un romanzo poliziesco. Oggi sappiamo che Christie è sinonimo di giallo, ed è incredibile pensare come la parentesi col marito Archiebald fu tanto breve quanto intensa, e anch’essa piena di mistero, come già abbiamo detto in più di un’occasione (qui e qui).

Ci sarebbe tanto altro da dire sui primi anni di vita di Agatha, e su tutto il resto della sua esistenza al di fuori dell’ordinario e mai nella sregolatezza. Se siete interessati non potete perdere l’autobiografia, piena di aneddoti sull’infanzia. Se mai doveste leggerla, preparatevi a conversare con una signora ironica, divertente, saggia, che non potrà che ammaliarvi col suo essere schietta e diretta, senza mai scadere nell’ovvietà o, peggio ancora, nell’autocelebrazione.

 

-Marco

 

 

6 pensieri su “Agatha Before Christie: l’Egitto, la scrittura e la guerra

  1. Quando si parla di Agatha Christie, tutti pensano a Poirot, molti pensano anche a miss Marple, ma soltanto i suoi lettori più fedeli conoscono anche il suo personaggio più sottovalutato, Parker Pyne. Agatha Christie non gli ha mai dedicato un romanzo, ma é il protagonista di alcuni dei suoi racconti più belli. Li hai letti?

    Piace a 1 persona

    1. Ciao! Hai totalmente ragione, per non parlare di Tommy & Tuppence e anche di Mr. Quin. Sì, li ho letti e devo dire che probabilmente sono i suoi racconti brevi meglio riusciti! Prima o poi riusciremo a parlare anche di quelli, quindi non resta che aspettare!

      "Mi piace"

      1. Se scrivi un post su Parker Pyne io ci metto un Mi piace grosso quanto una casa! 🙂 Sempre a proposito di libri, ne ho recensito uno nel mio ultimo post, in cui racconto anche una mia esperienza molto importante e molto personale… spero che ti piaccia! 🙂

        Piace a 1 persona

  2. Pingback: Agatha Christie – colpisce ancora… – Simpatia Magazine

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