Macerie Prime – Sei Mesi Dopo: sopravvivere alle cose feroci

Il 7 maggio scorso è arrivato in libreria il capitolo conclusivo di Macerie Prime, graphic novel di Zerocalcare pubblicato, come tutte le opere dell’autore di Rebibbia, da Bao Publishing. Avevamo già parlato del primo volume, uscito a novembre 2017; adesso, anche se con un po’ di ritardo, cerchiamo di tirare le fila del discorso.

In Macerie Prime – Sei Mesi Dopo scopriamo che, nel tempo trascorso dall’epilogo della prima parte, Zerocalcare e i suoi amici si sono allontanati sempre di più, figli degli anni ’80 impegnati a sopravvivere in un mondo disastrato che per nulla somiglia a quello che gli era stato promesso da bambini. Devono imparare a campare. Ma cosa significa imparare a campare? E “chissà se sono più le cose che guadagni o quelle che perdi quando impari a campare”. Sì, perché in un mondo costruito sulle rovine del futuro che ci eravamo immaginati, è facile barricarsi nel proprio rifugio e dimenticarsi di chi ci sta vicino. Così Zerocalcare si trincera dietro l’egoista Panda, Sara rosica, Cinghiale e Secco arrancano, Deprecabile rimane immobile per sua scelta e Katja suo malgrado, e tutti sono così impegnati a combattere la propria battaglia personale da dimenticare le regole di sopravvivenza più importanti: non si scappa dalle cose feroci e non si lascia indietro nessuno. Serviranno un evento inaspettato e le parole del misterioso vecchio maestro già incontrato nel primo volume, beniamino “dei talenti inespressi” la cui vera identità porterà un sorriso nostalgico sulle labbra di molti lettori (soprattutto quelli sopra i 30 anni) per rimettere i protagonisti sulla retta via.

Con il suo schietto ritratto di una generazione che nonostante tutti gli sforzi fatica a varcare la soglia dell’età adulta, condannata a vivere nel limbo di un’adolescenza prolungata, Zerocalcare affina la sua cifra stilistica e, tra immancabili citazioni e riferimenti pop anni’80, un po’ ci fa ridere e un po’ ci colpisce allo stomaco. Nei due volumi che compongono Macerie Prime l’autore romano ci costringe a guardarci allo specchio e l’immagine che ci troviamo di fronte è spesso un riflesso abbruttito che fatichiamo ad accettare. Difficile non riconoscersi, almeno in parte, nelle dinamiche raccontate in Macerie Prime, difficile chiudere il libro senza ritrovarsi a pensare a quei valori che a un certo punto del tragitto ci sono sembrati sacrificabili. Difficile non chiedersi quanto ancora siamo disposti a sacrificare.

Macerie Prime parla di amicizia, di futuro rubato, di crisi, di paure, di fallimento e del rischio di diventare stronzi. Nel bene e nel male, Macerie Prime parla di noi.

 

-Federica

 

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