Continua la nostra collaborazione con Eris Edizioni, che gentilmente ci ha concesso di spulciare il loro catalogo, alla ricerca di qualche bel titolo stuzzicante per questi mesi di calura. Il libro che è finito nella mia rosa di letture è “Il complotto delle statue di cera” di Riccardo Borgogno, illustrato da Silvia Rocchi, un tomo di 534 pagine che si leggono volentieri nonostante la mole e che riescono a intrattenere attraverso vari mezzi narrativi azzeccati.
Appena aperto il libro ci si ritrova catapultati nell’anno del signore 997, alla Rocca di Sparone. Ruggero sta cercando di raggiungere la cima del castello, per spedire un messaggio di vitale importanza con un piccione viaggiatore. Tutto sembra andare per il verso giusto, quando il volatile viene colpito e Ruggero fermato. Sono stati gli uomini di Arduino, conte di Torino e futuro re d’Italia, una minaccia per l’ordine politico della penisola italica e per la Santa Romana Chiesa, tanto da venir considerato alla pari dell’Anticristo.

Questo però è solo uno dei filoni narrativi dell’intero volume, infatti, subito dopo, ci si sposta nel 1977, a Torino, precisamente a Palazzo Nuovo, sede dell’università, durante un’assemblea studentesca, dove gli strascichi delle battaglie del ’68 ancora si fanno sentire ed entrano in conflitto con le atmosfere dei pericolosi anni di piombo. Un ulteriore salto in avanti ci porta nel 1999, su un auto che sta percorrendo il traforo del Monte Bianco, dove degli uomini discutono di strani affari, parlando di un misterioso figuro che risponde al nome di Sekhmet, giusto qualche minuto prima che le fiamme inghiottiscano le macchine che si trovano all’interno della galleria.
Infine, arriviamo al filone centrale della storia, ambientato nel 2008, quando Milo, ex professore al liceo Massimo D’Azeglio e scrittore a tempo perso, che cerca di cavarsela tra un lavoretto e l’altro, si trova a dare ripetizioni a Erik, figlio di Roberto Vastano, membro del mondo imprenditoriale piemontese. Un ragazzo schivo, incrociato per caso sotto i portici di via Po, che modificherà attraverso quell’incontro fortuito le vite di Milo e della sua eterna ragazza, Tamara.

Il complotto delle statue di cera è un romanzo che fa vivere in sé diversi generi, una giusta sinfonia che, come già detto, intrattiene il lettore e lo supporta nella lettura, invogliandolo a scoprire come Re Arduino, e il suo manuale alchemico, siano parte di una rete di eventi che, nello spazio e nel tempo, arriva a modificare le vite di persone disparate. Tra cadaveri ustionati dal sole e ritrovati in camere d’hotel, strani figuri incappucciati membri di un ordine antico, eventi storici realmente accaduti descritti in maniera accurata, come la persecuzione dei valdesi, intrighi internazionali e tanto altro, ci si ritrova ammaliati.
Quando, da lettori, ci si trova davanti a libri del genere, spesso si ha la sensazione che l’autore abbia voluto strafare, che abbia deciso di mettere tanta carne al fuoco più per buttare fumo negli occhi che per far filare la storia. Non è questo il caso, visto che Riccardo Borgogno riesce a giostrare le fila di tutte le vicende in maniera certosina, non lasciando nulla al caso, alle coincidenze o ai colpi di genio (che sono una presa in giro verso il lettore) ma lasciando intendere una forte pianificazione e uno studio preciso di trama, stile e argomenti. Non ci sono sbavature o registri stonati, ogni frase, nella prosa semplice e lineare, ha lo scopo nel tenere il lettore incollato alla pagina.
Il complotto delle statue di cera è una lettura consigliatissima per chi adora le atmosfere da thriller, le trame complicate e per chi non si lascia spaventare dalla mole delle pagine e dai salti temporali frequenti, che ad alcuni lettori potrebbero non piacere, ma che personalmente hanno contribuito ad accrescere la curiosità di andare avanti nella lettura.
-Marco