It: l’essenza del male

E così, l’attesa è finalmente giunta al termine. Uno dei film che ho aspettato con più impazienza è uscito e io sono corso a vederlo in anteprima, al cinema Lux, nell’elegante Galleria (una delle tante) della città sabauda che lo ospita.

It già lo avevo letto, e più di una volta, ma non sono andato al cinema con il dito pronto per essere puntato su tutte le discrepanze con il libro. Ero carico di aspettative, sommerso dai pareri positivi di moltissime persone, e queste aspettative, devo dire, non sono state disattese. Ma non ero condizionato solo dalle belle recensioni, ero stato influenzato anche da tutti quei commenti che urlavano a gran voce, ben prima che uscisse il film, che era meglio l’It di Tim Curry, che faceva più paura, che rappresentava meglio il personaggio. Speravo con tutto me stesso che la pellicola avrebbe dimostrato il contrario, e così è stato.

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Nel cast del film di Andy Muschietti troviamo una schiera di attori particolarmente azzeccati e di bravura eccezionale come Jaeden LieberherJeremy Ray TaylorSophia LillisFinn Wolfhard (sì, è il piccolo Mike di Stranger Things), Chosen Jacobs, e, soprattutto, Bill Skarsgård. Ed è proprio la performance dell’attore svedese, reso celebre dalla serie tv Hemlock Grove, che più mi ha colpito. Ma prima diciamo due parole sulla trama, per chi non dovesse sapere nulla del romanzo di Stephen King o della miniserie televisiva prodotta negli anni ’90.

La storia di It è quella di una piccola cittadina americana, Derry. E l’uso del termine storia è quantomai appropriato visto che le vicende, anche quelle presenti, sono profondamente radicate nel passato. In questa piccola città ogni 27 anni si verificano numerose tragedie, tragedie accompagnate dalla sparizione di molte persone, soprattutto bambini. All’interno di una simile diapositiva un gruppo di ragazzini si trova coinvolto personalmente nella lotta all’entità che sta causando tutto questo, It. I fatti narrati dal film si svolgono alla fine degli anni ’80, scelta che si allontana dal libro, nel quale le prime avventure del gruppo di Perdenti si svolgono alla fine degli anni ’50. Ma è una scelta comprensibilissima che mira ad avvicinare di più l’opera a un pubblico “moderno”.

Pennywise (It) è un’entità antica quanto l’universo, che rappresenta il male più puro e si nutre delle paure delle persone. Non è semplicemente un clown spaventoso che tormenta i bambini. E in questo senso, a mio parere, si è riusciti a rendere quella che è la natura del mostro. Bill Skarsgård si è rivelata una scelta fenomenale, complici un costume davvero fedele all’opera originale e la capacità di rendere anche le più semplici battute inquietanti e cariche di ambiguità. Pennywise è terrificante perché è quello che è, qualcosa di estremamente malvagio di cui riusciamo a cogliere soltanto la superficie. L’attore riesce a farci credere di essere davvero quel di più che non riusciamo a comprendere, rivelando con un effetto vedo-non vedo il vero It.

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A proposito di natura, Muschietti riesce a cogliere perfettamente anche lo spirito del romanzo. It non è semplicemente un libro horror, come Pennywise, è qualcosa di più,  un di più che pure in questo caso si nasconde sotto semplici apparenze. It è una storia di amicizia, un romanzo di formazione, dove uno dei temi portanti è superare le proprie paure, ma soprattutto è uno spaccato affascinante e unico della società americana attraverso gli anni. E il film centra il bersaglio. Si vengono a creare un senso di tensione costante e tutte quelle caratteristiche tipiche del cinema di genere, sobbalzi sulla sedia inclusi, ma è molto di più. Al centro della storia ci sono dei ragazzi, i Perdenti, e il rapporto di fiducia che si viene a creare tra loro, quel rapporto di comunione che gli permetterà di sfidare a testa alta le proprie paure, concretizzate da Pennywise.

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Mi è difficile trovare qualcosa che sia fuori posto. La fotografia e la colonna sonora mi hanno conquistato. Se proprio dovessi scegliere, forse l’unica parte che mi ha lasciato un poco con l’amaro in bocca è stata la scena della battaglia finale. Mi è parso che lì si perdesse qualcosa, quel senso di onirico e mistico che sulla pellicola diventa uno scontro molto fisico e forse un po’ troppo affrettato. Ma nel suo insieme la storia regge bene e dipinge un ritratto accurato delle nostre paure di bambini.

Il mio consiglio è quello di affrettarvi al cinema, era da tanto che non aspettavo così un film con così grandi aspettative e ne risultassi così soddisfatto. Ora non resta che aspettare il secondo capitolo, quello forse più difficile da gestire e trasporre su grande schermo. Personalmente non vedo l’ora che arrivi il settembre del 2019.

-Davide

29 pensieri su “It: l’essenza del male

  1. Paola C.

    Bellissima recensione, spero anche di non rimanere delusa : It significa tanto, ovvero un amore folle per un romanzo che fa parte di me… non sopporterei di vederlo sciupare da una pellicola così carica di aspettative!

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  2. Bella recensione. Voglio andare a vederlo in quanto curioso di vedere l’interpretazione di Bill Skarsgård. Io mi sono innamorato delle doti attoriali del fratello Gustaf che interpreta Floki in Vikings. Da quello che scrivi buon sangue non mente.

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  3. marty

    Non penso che andrò a vedere It, aspetterò di poterlo vederlo in dvd seguito dalla seconda parte. Però mi piacerebbe rivedere il primo che hanno fatto. Sin da bambina odiavo i pagliacci, al circo mettevo il broncio appena ne spuntava uno…poi una volta visto It ho capito tutto :-))) Comunque sto recuperando i primi libri di Stephen King perché non ne ho mai letto uno e mi piacerebbe iniziare a leggerli tutti partendo dal primo!

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    1. L’idea di guardarlo tutto insieme ha solleticato anche me, ma in definitiva non ho saputo resistere. 😂
      Sul terrore dei pagliacci ti capisco perfettamente. Ho sempre detestato i circhi.
      Anche a me mancano un po’ di libri di King, prima o poi mi metterò di buona volontà e ci darò dentro. 😊

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  4. Ciao, ti ringrazio molto per il like alla mia recensione e noto, con grande felicità, che tu l’hai apprezzato più di me, bene. Però a me il finale è piaciuto. In quel momento erano più uniti che mai. Comunque, bella recensione, e se me lo concedi, lascerei qui la mia, così, se qualcuno vuole leggerne un’altra:https://mjpsreviews.wordpress.com/2017/10/25/it-film-recensione/
    Puoi fare lo stesso sul mio blog, se vuoi.

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  5. Ari

    Anche io attendo con trepidazione il secondo capitolo, cerco di non farmi sopraffare dalle alte aspettative alimentate dalla visione della prima parte che da ignorante in materia ho trovato stratosferica ma è veramente difficile.
    Ho adorato tutto di questo It, le musiche, i personaggi, le riprese e anche i dialoghi. E sono molto sorpresa da me stessa, perché da fifona cronica generalmente cerco di evitare film del genere, ma questo mi ha attirato come una calamita.

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  6. Concordo con la tua recensione! Anche a me il film è piaciuto molto, e io non ho mai letto il libro né visto la miniserie degli anni ’90. Dunque non conoscevo assolutamente nulla della storia di Pennywise e del gruppo dei Perdenti. Quello che mi ha colpito maggiormente è stato il parallelismo tra il “male” puro e classico rappresentato da una creatura soprannaturale e demoniaca, e i mali “reali”, concreti, quali la violenza sessuale, l’oppressione psicologica, il bullismo violento, la depressione. Tutti aspetti che, in alcuni punti del film, sembrano essere ancora più temibili di It stesso. È come se ti venisse da pensare: diamine! Con tutti i problemi che hanno a casa ci mancava anche il pagliaccio psicopatico.
    E questa cosa è incredibile, è la trama nella trama, è il vero senso dell’opera, che sia il film o il libro di King. Sì, perché It si nutre delle paure dei bambini, quelle paure che i genitori e la società trasmettono loro in modo quasi naturale e scontato.

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    1. Esatto, è proprio quello che si cela dietro all’opera e il film lo ha reso benissimo. Il vero male, la vera paura sono nascosti nella vita quotidiana di ciascuno di noi, per questo fa molta più paura la realtà della finzione.

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