Il giro di boa di questa #ReadChristie2024 è proprio dietro l’angolo, ma anche se siamo già a giugno, parliamo finalmente della lettura del mese di maggio della #ReadChristie2024, challenge che quest’anno si concentra sui decenni della vita (e delle opere) di Agatha Christie.
Visto il tema, siamo in pieni anni ’30, con il gruppo Telegram dedicato alla challenge abbiamo letto Assassinio sull’Orient Express, uno tra i capolavori più famosi nati dalla penna della Regina del Giallo.
Murder on the Orient Express (o come venne titolato negli Stati Uniti d’America, Murder on the Calais Coach – perché da poco era stato pubblicato negli USA Orient Express di Graham Green, Stamboul Train in UK) viene pubblicato per la prima volta nel Regno Unito il 1° gennaio 1934, dopo una serializzazione negli USA sul Saturday Evening Post l’anno precedente. La storia è accompagnata da una dedica speciale:
To M.E.L.M., Arpachya, 1933
Il M. E. L. M. in questione non è altri che Max Edgar Lucien Mallowan, secondo marito di Agatha Christie e famoso archeologo che ha lavorato a Arpachya, a pochi chilometri da Ninive, nell’odierno Iraq.
Romanzo tra i più amati, forse uno dei più adattati al cinema e in televisione, Assassinio sull’Orient Express racchiude al suo interno i temi che Christie ama di più: un omicidio in camera chiusa, un luogo remoto isolato, un delitto all’apparenza impossibile, un gruppo di persone di varia estrazione sociale.
Hercule Poirot è in viaggio in Siria, ad Aleppo, quando viene richiamato urgentemente a Londra per un caso misterioso. Per tornare in tempi brevi, l’unica soluzione è salire sul celeberrimo Orient Express, pieno, nonostante la stagione invernale. Grazie all’amico Monsieur Bouc, direttore della Compagnie Internationale des Wagon-Lits, Poirot riesce a trovare un posto in seconda classe e può partire immediatamente. Dopo una notte travagliata, uno dei passeggeri, Samuel Ratchett, viene trovato morto nella sua cabina, pugnalato dodici volte durante il sonno. Monsiuer Bouc chiede all’investigatore belga di indagare prima che il treno riparta, il viaggio è infatti convenientemente interrotto dalla neve.
I vagoni dell’Orient Express ospitano al loro interno un piccolo universo, una diapositiva della società di quegli anni: Ratchett, un tipo strano accompagnato dal cameriere personale, Edward Henry Masterman, e dal segretario Hector Willard MacQueen; Mary Debenham, un’istitutrice; Caroline Martha Hubbard, una signora americana dalla lingua affilata; Greta Ohlsson, direttrice di una scuola missionaria a Gemlik; Natalia Dragomiroff, principessa russa, e la sua cameriera, Hildegard Schmidt; Rudolph Andrenyi, conte e diplomatico ungherese, con la moglie Helena Maria Andrenyi; il colonnello Arbuthnot; Cyrus Hardman, investigatore privato; Antonio Foscarelli, un italiano naturalizzato americano e rivenditore di Ford; Pierre Michel, controllore dei vagoni letto; il dottor Constantine, un medico greco.
Murder on the Orient Express viene pubblicato in Italia nel 1935 da Arnoldo Mondadori Editore. Il volume entra a far parte della collana I Libri Gialli e segna il numero 127. Il titolo iniziale con cui viene presentato al grande pubblicato è semplicimente Orient Express, la traduzione è di Alfredo Pitta.
In Italia in quell’epoca vige la dittatura fascista, che con la censura impone agli editori una serie di importanti modifiche. Questo, unitamente alla difficile reperibilità della carta e alla necessità di ridurre il numero delle pagine per abbassare il costo dei volumi, compromette irrimediabilmente la qualità di diverse traduzioni di opere anglosassoni. Nessuno era immune, nemmeno Agatha Christie.
La prima traduzione di Alfredo Pitta, infatti, oltre a numerosi tagli e forzature di trama, introduce la sostituzione dei nomi di alcuni personaggi: Cassetti diventa O’Hara, irlandese, mentre Foscarelli diventa Pereira, brasiliano. Questo sempre perché gli italiani, per il regime fascista, non potevano essere colpevoli di omicidio o, in altri casi, di suicidio.
La traduzione viene proposta in Italia fino agli anni ’70, quando vengono finalmente ripristinati i nomi dei personaggi. Bisognerà però aspettare il 1987 prima di vedere pubblicata una nuova traduzione di Assassinio sull’Orient Express, a cura di Lidia Zazo.
Non è questo l’unico caso di alterazione e censura dell’opera originale. Sempre a causa della censura fascista, Assassinio sul Nilo subisce lo stesso destino. Ma sono svariate le traduzioni dei romanzi di Christie che in un modo o nell’altro presentano tagli o modifiche anche sostanziali.
Consigliare di leggere Assassinio sull’Orient Express sarebbe superfluo, forse dovremmo fare il contrario: se volete approcciarvi alle opere di Christie non cominciate da Orient Express, perché rischiate di bruciarvi subito uno dei suoi più bei capolavori.