Cronache di un dolore

Come forse avrete visto, lo scorso 24 giugno ho partecipato alla Caccia ai tesori Bao, alla Feltrinelli, e sono riuscito ad accaparrarmi Frantumi di Rita Petruccioli e Giovanni Masi. Ho aspettato un po’ prima di leggere questa graphic novel, principalmente perché dovevo smaltire un po’ di libri che erano in coda da una vita, ma alla fine, in un’afosa sera di luglio, me la sono divorata.

Rita Petruccioli è un’illustratrice e fumettista romana, tra le numerose (e sono davvero tante) opere che ha disegnato mi piace ricordare in particolare Shakespeare raccontato ai bambini, edito Mondadori, Christine e la città delle dame, per Laterza, e infine Miti romani ed Eneide, per la Nuova frontiera Junior. Giovanni Masi invece è story editor e sceneggiatore, suoi sono l’adattamento a fumetti di Alle Montagne della Follia di Lovecraft e di Cuore di Tenebra di Conrad e, per la Sergio Bonelli Editore, ha scritto e continua a scrivere Orfani e Dylan Dog. Come potrete immaginare, per quanto riguarda Frantumi, Rita si è occupata dei disegni, mentre Giovanni, della trama.

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Frantumi è la storia di una ferita. Una di quelle storie che appartengono a tutti, anche se in modo diverso. E la ferita di cui si parla non è una ferita fisica, seppure anche quel tipo di dolore trovi una sua dimensione all’interno del fumetto, bensì di qualcosa di più intimo e profondo, che non è visibile a occhio nudo. Il protagonista è un ragazzo, Mattia, che di fronte a questo dolore si trova come paralizzato e che dovrà scoprire il modo di vincere questa immobilità e affrontarlo, all’interno di un mondo onirico e devastato, in frantumi, per l’appunto. In realtà sarebbe probabilmente più appropriato parlare di incubo e non di sogno, infatti il mondo in cui finisce Mattia ha un che di distopico, postapocalittico. Per fortuna c’è Laila ad aiutarlo, un altro abitante di quello strano luogo. Come il protagonista, anche il lettore scoprirà man mano che affrontare un evento traumatico non è mai cosa semplice e che ognuno ha le proprie strategie per farlo.

A volte anche solo parlarne significa dargli forma, renderlo reale, e questo può essere terrificante, farci piombare in quello stato di paralisi in cui si trova Mattia. Altre volte può suscitare in noi una forma di rabbia cieca verso il mondo, ma soprattutto verso noi stessi. Spesso le parole di conforto di amici e parenti possono alleviare le nostre sofferenze, ma ancora più facilmente possono peggiorare la situazione, perché il dolore che proviamo è qualcosa di così radicato, profondo e personale che non siamo in grado di spiegare e combattere efficacemente la radice di questo malessere. Così, inevitabilmente, l’unica soluzione è affrontare la cosa da soli.

Il lettore viene gettato bruscamente in questo turbine di elucubrazioni già dalla prima pagina. Una pagina bianca, con un messaggio di WhatsApp. E il sapiente alternarsi di vignette ordinate e composte a vividi disegni a tutta pagina contribuisce nel coinvolgere il lettore e nel tenerlo ancorato alla pagina, ossessionato dall’idea di scoprire qual è la chiave per superare il dolore, in qualsiasi forma esso si presenti. I colori sono cupi e foschi, il tratto è deciso e netto, tutti questi elementi riflettono magistralmente lo stato d’animo del protagonista.

Storia e disegni sono davvero pregiati. Gli albi Bao sono sempre minuziosamente curati e impreziositi da una raffinatissima copertina. Non ho altro che parole di elogio per quest’opera, pertanto se vi dovesse capitare tra le mani leggetela, vi farete del bene perché è la nostra storia, la storia di ognuno di noi.

-Davide

8 pensieri su “Cronache di un dolore

      1. Ci vorrà un po’ mi sa, ma l’attesa vale! Ho anche il libro su Shakespeare illustrato da Rita, ma ancora non l’ho letto ed ho da poco scoperto una galleria qui a Roma che vende le sue illustrazioni ❤ sono tentatissima!

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  1. Pingback: Compagni d’estate (quando l’ombrellone è un miraggio) – – Radical Ging –

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